Sindacati su tagli ai traghettamenti sullo Stretto di Messina

I paventati risparmi economici da parte del  Ministero delle Infrastrutture sul traghettamento dello Stretto, rischiano di essere scaricati sul conto economico regionale di Trenitalia che dovrà farsi carico, oltre dei 62 lavoratori della Navigazione da ricollocare in servizi a terra, anche di sei treni regionali veloci Palermo-Messina-Siracusa, in sostituzione degli attuali treni a lunga percorrenza. Circa 15 milioni di euro, che fino ad oggi erano compresi nel contratto di servizio, dovranno essere recuperati dall’importo già previsto per la stipula del documento (111,5 milioni di euro), con conseguente ulteriore penalizzazione dell’offerta commerciale del trasporto regionale in Sicilia”. Tornano a chiedere cosi  l’istituzione urgente di un tavolo con il Ministero, la Regione, Ferrovie, i sindacati di categoria Fast , Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl, Orsa “per un confronto legato sia all’ammodernamento della flotta navale e delle carrozze in composizione ai treni a lunga percorrenza per implementare l’attuale offerta commerciale insoddisfacente, sia al rilancio del trasporto merci su rotaia con politiche regionali mirate” . Intanto, fanno sapere, avviano le procedure che porteranno allo sciopero regionale dei lavoratori delle ferrovie.    “Ad oggi, non ci risulta nessun taglio ufficiale da parte del governo nazionale dei 47 milioni di euro destinati al servizio di traghettamento dei treni passeggeri e merci, viceversa risultano assodati gli stanziamenti indicati nella legge di stabilità 2015 , ‘100 milioni di euro attribuite al gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale che provvede a destinarle alla compensazione degli oneri per il traghettamento ferroviario delle merci’. Pertanto invitiamo i vertici aziendali – scrivono i sindacati – a rivedere ufficialmente la propria posizione”. I sindacati aggiungono “solo l’attuale organizzazione del servizio ferroviario garantisce la  continuità territoriale dell’isola, e pertanto, la scomparsa o la sostituzione della stessa con soluzioni, ancora non condivise con le parti sociali, che prevedano per l’utenza l’attraversamento dello Stretto da semplici pedoni, rappresenta, in modo inequivocabile, un ulteriore colpo allo sviluppo economico dell’isola.

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