Fra sacro e profano, la festa di San Giuseppe

Il giorno della festa del papà, dell’onomastico di tutti o Giuseppe e derivati. Il giorno della vampa. I siciliani, rispettosi come nessuno delle proprie tradizioni, hanno un modo del tutto inusuale di onorare la festività del 19 marzo. E così, la sera precedente, paesi e città del mezzogiono  vedono le loro piazze riempirsi di legna, manco se fosse Ferragosto. Ed esse vengono arse nel corso della notte. Sono le vampe di San Giuseppe. Il fuoco, utilizzato nella storia per ardere corpi umani adempiendo a sacrifici, è elemento di purificazione, di distruzione, di gloria, di ira divina, ma soprattutto del rinnovamento dell’alleanza fra uomo e Dio. E non è un caso che la festività di San Giuseppe caschi a cavallo dell’equinozio di primavera, giorno in cui il sole raggiunge il suo zenit, giorno in cui avviene il passaggio dall’inverno alla primavera, facendo assumere a tale festività un significato di rigenerazione e abbondanza. E si sa, i siciliani quando si parla di abbondanza riescono a dare il meglio di loro a tavola. E allora fra poche ore le sfinci decoreranno i piatti delle nostre case. Festeggiando San Giuseppe. Fra il sacro e il profano.dscf1987

POTREBBE INTERESSARTI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *