Cefalù: quell’anomala fretta di chiudere il centro nascite

ospedale-cefaluSembra che già dal prossimo 24 aprile all’ospedale Giglio di Cefalù non si accettino più ricoveri di mamme prossime al parto. Ieri la notizia della bocciatura, da parte del Tar, della sospensiva al provvedimento di chiusura è piombata come una tegola su coloro che speravano almeno in un allungamento dei tempi, per cercare una possibile soluzione alla questione. Chi sta continuando la propria lotta su tutti i fronti è il comitato civico contro la chiusura del centro nascite che ieri ha nuovamente inviato una richiesta per procastinare i termini all’assessore regionale alla salute Lucia Borsellino. Ciò che desta ulteriore stupore è l’anomala premura che si sta avendo per rendere il provvedimento esecutivo. Inizialmente, infatti, la chiusura era stata fissata per il 30 giugno, successivamente, senza alcuna spiegazione, la data è stata anticipata al 30 aprile. I vertici del Giglio intanto, dopo aver condiviso, insieme con il comitato un documento, presentato all’assessorato regionale e al ministero della Salute, che richiedeva la deroga per la chiusura dei battenti, adesso tacciono riguardo al non aver ricevuto fino a ora alcuna risposta. Non si capisce se ci sia voglia di chiudere in fretta il triste capitolo o se invece ormai pervada la rassegnazione. Anche la politica locale è silente. I sindaci, che erano pronti a darsi battaglia per un posto nel cda della nuova fondazione, sono svaniti nel nulla. La gente, delusa, ha paura che, dopo il 30 aprile, visto anche il precario stato delle vie di comunicazione, possano aumentare i disagi per le partorienti e abbassarsi gli standard di sicurezza. Una cosa è certa: c’è una anomala fretta di chiudere.

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