Crollo del viadotto Scorciavacche, indagati dirigenti e collaudatori

Diversi avvisi di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Termini Imerese per il crollo della corsia di accesso del viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento lo scorso mese di dicembre, a pochi giorni dalla sua inaugurazione. Secondo le indiscrezioni, tra i destinatari ci sarebbero i vertici Anas responsabili delle opere in Sicilia e i collaudatori dell’opera in questione. L’ipotesi di reato è di attentato alla sicurezza dei trasporti. Nell’occhio del ciclone, anche il consorzio di imprese che ha realizzato l’opera. Diversi gli accertamenti tecnici alla base dell’inchiesta, primo tra tutti l’esame dei tecnici del ministero dei trasporti che subito dopo il collasso avrebbero rilevato che il terrapieno su cui è stata costruita la rampa sarebbe “non idoneo all’utilizzo rispetto alle condizioni stratigrafiche, geotecniche e idrauliche del territorio su cui è stato realizzato”.

L’inchiesta vuole così risalire alle responsabilità dietro al crollo, purtroppo solo il primo di questa nefasta stagione della viabilità siciliana, durato meno di una settimana  e crollato miseramente alla vigilia di capodanno insieme alle speranze di una rinascita. Ed è per questo che la Procura di Termini Imerese sta indagando su quell’apertura anticipata  di mesi sulla tabella di marcia prevista nel contratto di appalto, sulle responsabilità dell’Anas incaricata della sorveglianza dei lavori del viadotto, e su quell’apertura in pompa magna, che per pochissimo non è stata overture di una tragedia. Prima del definitivo crollo, il tratto era già stato chiuso al traffico da parte dell’Anas dopo i primi segni di cedimento.

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