Madonie in rivolta, i comuni vogliono lo stato di crisi

I temi delle infrastrutture in Sicilia e delle conseguenze della impercorribilità di un tratto dell’A19 dopo la frana sotto i piloni del viadotto Himera, ma anche dello stato di dissesto delle strade minori, sono stati ieri al centro di una riunione straordinaria del direttivo della Cgil Sicilia, aperto a interventi esterni di amministratori, Anci e operatori del settore turistico, convocata emblematicamente a Caltavuturo uno dei Paesi delle Madonie che più risentono dei problemi di viabilità. Sono intervenuti anche i sindaci di Petralia Sottana , di Caltavuturo e di Castellana, Santo Inguaggiato, Calogero Lanza e Pino Di Martino e il vicesindaco di Caltavuturo, Domenico Giannopolo, oltre al Presidente di Anci Sicilia e Sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

Si è parlato della urgente convocazione d una grande conferenza sulla mobilità in Sicilia, con il coinvolgimento del governo nazionale, di quello regionale e dell’Anas.  Orlando ha parlato di “calamità istituzionale per l’inesistenza del livello regionale di governo, che ha  creato una calamità, un’emergenza, infrastrutturale e che ingrassa la corruzione. Mi piacerrebbe conoscere  l’elenco dei progettisti, dei collaudatori, dei direttori dei lavori e delle imprese, scopriremo che ci sono tanti collettori di tangenti”.

Ma la richiesta più importante è quella che riguarda il riconoscimento dello stato di crisi per le aree e per i settori economici maggiormente interessati dalle difficoltà di spostamento.  Sottolineati negli interventi i disagi dell’area in conseguenza della chiusura dell’autostrada, ma anche le difficoltà preesistenti per l’abbandono delle strade provinciali e rilanciato il tema della mobilitazione, già in corso, per ottenere tempi celeri negli interventi e un cambio di rotta nella gestione delle infrastrutture, dalle manutenzioni ai nuovi interventi. 17 sono infatti le strade chiuse perchè non percorribili per problemi di sicurezza e rischi alla pubblica incolumità, dopo che le piogge e gli smottamenti dello scorso inverno sono andati a gravare su una situazione già precaria a causa delle scarsissime opere di manutenzione in tutta la zona delle Alte e delle Basse Madonie.

“Il blocco dell’autostrada– ha detto Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia- costerà molto ai cittadini, ai pendolari e inciderà negativamente sul commercio e sul turismo, a causa dell’incertezza dei percorsi e dell’allungarsi dei tempi. Si stima un lievitare dei costi per i soli automobilisti di almeno di 18 milioni. E’ una situazione inammissibile – ha sostenuto il segretario della Cgil – di fronte alla quale noi chiediamo un accordo quadro con il coinvolgimento del governo nazionale a sostegno delle maggiori criticità”.

Con l’approvazione di un documento da parte del direttivo provinciale al termine del confronto nasce anche l’impegno ad una mobilitazione per ottenere dalle istituzioni impegno e risorse necessarie per il ripristino dei collegamenti interrotti e per l’ammodernamento delle arterie secondarie, nonchè per una gestione più oculata di un territorio così colpito dal dissesto idrogeologico. La proposta è stata estesa anche agli amministratori per arrivare al più presto ad un serio piano di intervento da parte del Ministero delle infrastrutture e della Regione.

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