In Sicilia l’economia riparte dagli agrumi

DADS, arance verdi (settembre)Con 42 mila aziende, 84 mila addetti diretti, 504mila nell’indotto (raccolta, commercializzazione, distribuzione e trasformazione), la Sicilia è la maggiore regione agrumetata d’Italia: quattro le produzioni d’eccellenza, fra DOP e IGP – favorite dal clima e dalla biodiversità dei vari territori – e leader in Italia per le coltivazioni di agrumi bio.

Un comparto, quello degli agrumi – la cui intera filiera è riunita dal 2011 sotto l’egida del Distretto Agrumi di Sicilia – che contribuisce con quote significative al PIL complessivo della regione e che si candida come uno dei motori di ripresa dell’economia dell’isola e dunque del Paese. Numerose, infatti, le potenzialità ancora inespresse. A partire da una maggiore presenza sui mercati, italiani ed esteri su cui sinora hanno inciso fattori quali la marginalità geografica e le croniche criticità logistiche, infrastrutturali e infine del costo del lavoro, in Italia maggiore che altrove.

Il punto sull’agrumicoltura siciliana, nell’ottica di una rinnovata volontà del comparto di presentarsi unito alle Istituzioni in questa fase di rilancio dell’economia nazionale, sarà al centro di un importante workshop organizzato dal Distretto Agrumi di Sicilia, con il sostegno del Ministero delle Politiche Agricole, in programma a Roma mercoledì 30 settembre, dal titolo dell’incontro “Lungo le Vie della Zagara, alla scoperta della filiera agrumicola siciliana di qualità”.

 

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