Cinghiali: il caso Madonie finisce su Report

emergenza-cinghialiE’ andato in onda nella serata di ieri durante il programma televisivo “Report” un servizio sul controllo della fauna selvatica e l’emergenza cinghiali nelle Madonie. Dopo la tragica aggressione ad opera dei suidi avvenuta quest’estate a Cefalù che ha causato la morte di un pensionato, tanto si è detto ma poco si è fatto per superare l’emergenza dell’abnorme sviluppo della popolazione di questi animali.

Incidenti stradali, aggressioni e danni alle coltivazioni causati dai cinghiali sono stati registrati in tutto il paese, ed a questo si aggiungono altri danni collaterali dovuti alla presenza in sovrannumero degli animali. Il presidente dell’Associazione Identità Madonita Tommaso Muscarella ai microfoni di Report ha parlato anche di danno d’immagine per il territorio madonita, in particolar modo per il settore turistico, dovuti ad esempio alla non più percorribilità di diversi sentieri naturalistici e alla pericolosità delle zone rurali.

La soluzione sembra comunque ben lontana dall’essere raggiunta: il piano di controllo e cattura risalente al 2011 – come ricorda ai microfoni Rai il Presidente dell’Ente Parco Angelo Pizzuto – non è mai stato attuato per mancanza di fondi, problematica che riguarda ogni possibile azione contro il proliferare della fauna selvatica. Nessun fondo disponibile infatti nè per i piani di monitoraggio nè per quelli che andrebbero definiti successivamente di intervento e abbattimento selettivo. Senza contare che l’attuale legislazione non risulta abbastanza elastica per prevedere interventi in situazioni di emergenza come quella che si è venuta a creare con i cinghiali nelle Madonie, e con i ghiri nei Nebrodi, specie protetta all’origine del tracollo agricolo di un’area da sempre in ritardo di sviluppo.

Rimangono contrarie le associazioni animaliste, che vedono dietro la volontà di riformare la normativa vigente lo scopo celato di rimettere mano alla normativa sulle aree protette allargandone le maglie.

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