La Vardera si racconta agli studenti di UniMe

I sogni, spesso, si possono realizzare. Questa è la testimonianza data da Ismaele La Vardera durante l’incontro con gli studenti di Giornalismo presso l’Università di Messina, nell’aula magna del “Dicam”.

La Vardera 5Non è la prima volta che l’ateneo peloritano consente ai suoi studenti di arricchire il proprio bagaglio culturale attraverso incontri formativi. Qualche settimana fa, ad esempio, presso l’aula magna del dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, gli studenti di giornalismo hanno potuto interagire con l’attrice-scrittrice Romina Caruana; due anni fa, invece, l’incontro formativo con il giornalista de “L’Espresso”, Lirio Abate.

La Vardera, giovanissimo giornalista palermitano, classe 1993, vanta già una collaborazione con “Le Iene”, noto programma di Italia Uno oltre che con “Open Space”, nuovo format condotto da NadiaToffa sempre sulle frequenze mediaset.

La sua è una storia particolarmente interessante, quasi da film. Difficile, La Varderaoggigiorno, vedere tanta onestà, trasparenza e voglia di emergere in un giovane ragazzo; ripone la propria fiducia nellafede in Dio, come da lui stesso dichiarato nel corso della conferenza.

Ed è stato proprio in Dio e nella lettura della Bibbia in cui Ismaele, durante il suo periodo più cupo, ha trovato la forza di andare avanti, di non pentirsi della scelta coraggiosa compiuta: denunciare i brogli politici del suo paese natio, Villabate.

La sua schiena “dritta” gli ha consentito di non piegarsi dinnanzi all’ennesima giustizia di un territorio tanto bello quanto martoriato dall’atteggiamento “mafioso”.
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Durante il dibattito, La Vardera ha ben spiegato come ormai, nel 2015, non si possa parlare di una “Mafia” vecchio stampo ma, in un certo senso, di una “mafia 2.0”, la quale ha messo da parte armi e sangue e preferito occupare poltrone importanti, incarichi amministrativi e burocratici, radicandosi all’interno del sistema sociale. Utilizzando “la mano invisibile”.  Si parla, quotidianamente, di “omertà mafiosa” non analizzando un aspetto importante quale può essere l’omertà politica.

La Vardera, invece, ha sfruttato l’occasione giusta, ha colto la palla al balzo per denunziare le ingiustizie della politica nostrana; da quel giorno la sua vita non è stata più la stessa, è cambiata. Ma solo ed esclusivamente in senso positivo.

Lui, il suo futuro, lo ha costruito così. Ha unito etica e professione in un colpo solo. Potrà andare avanti per la sua strada senza dover mai dire grazie a nessuno. O forse sì, come piace dire a lui: “Grazie a Dio”.

Ed è proprio nelle letture bibliche che il giovane Ismaele ha individuato il titolo per la sua prima pubblicazione “Le piccole cose fanno la differenza”, un libro in cui si possono trovare tratti autobiografici dell’autore.

E nella vita terrena? Il maestro lo ha incontrato casualmente, grazie all’Università di Palermo, durante uno stage presso “Telejato”. Pino Maniaci, proprietario della famosissima emittente palermitana, lo ha indirizzato verso il percorso migliore. E Ismaele non smetterà mai di ringraziarlo.
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Ed una massima di PinoManiaci, riportata fedelmente durante l’incontro avuto oggi da La Vardera, mi ha colpito profondamente. La Sicilia ha cinque milioni di abitanti. Di questi,solo cinquemila sono “mafiosi”. Un rapporto impari tra “buoni e cattivi”, un ago della bilancia oltremodo pendente a favore degli onesti. E quando giocano cinque milioni contro cinquemila, il risultato dovrebbe essere scontato. Teoricamente.

Ma questa è pur sempre la Nazione dove, per poter tenere in vita le cose belle, devi ricorrere alle petizioni online. A proposito diTelejato, ci sono appena sette giorni per poter impedire la chiusura dell’emittente palermitana.

Come sempre, la burocrazia rischia di avere la meglio; Telejato occupa le frequenze di Malta, motivo ritenuto più che valido per imbavagliare quella voce libera capace di rompere, anni ed anni or sono, gli schemi della comunicazione mediale palermitana.

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