Termini Imerese. “Vi racconto il mio Cosimo Cristina”

cosimo cristinaUn incontro con gli studenti sul libro di Roberto Serafini “Enza Venturelli: Vi racconto il mio Cosimo Cristina” per ricordare il giovane giornalista termitano “suicidato” da Cosa Nostra. Attraverso le centinaia di lettere con la fidanzata Enza emerge l’esistenza privata del coraggioso cronista, la passione per il suo lavoro e il grande amore per la vita. L’incontro che si terrà Giovedì 5 maggio 2016 ore 11,30 presso l’Istituto Stenio, in via  Enrico  Fermi a Termini Imerese è organizzato dall’IISS “Stenio” e dalla Rivista Espero. Dopo i saluti di Maria Bellavia, dirigente scolastico dell’Istituto Superiore “Stenio” e di Salvatore Burrafato, sindaco di Termini Imerese, sono previsti gli interventi di Paola Balsamo, insegnante dell’Istituto Superiore “Stenio”, di Maria Grazia D’Agostino, giornalista, di Alfonso Lo Cascio, direttore della rivista Espero, di Luciano Mirone, giornalista di “Repubblica”. Coordina: Giusi Conti, insegnante dell’Istituto Superiore “Stenio”. All’incontro saranno presenti gli autori. Nel pomeriggio invece alle ore 17,30, in un incontro promosso dalla Rivista Espero, il libro sarà presentato ufficialmente presso la Libreria Caffè Punto 52 in via  Belvedere a Termini Imerese. Dopo la presentazione di Alfonso Lo Cascio, direttore della rivista Espero, sono previsti gli interventi di Luciano Mirone, giornalista di “Repubblica” e di Ciro Cardinale, giornalista della “Rivista Espero”, e degli autori del libro: Roberto Serafini e Enza Venturelli, l’allora fidanzata di Cosimo Cristina.

Nota su Cosimo Cristina

Cosimo Cristina nasce a Termini Imere­se l’11 agosto 1935. Tra il 1955 e il 19­59 collabora come corrispondente per il giornale L’Ora di Palermo, perIl Giorno, per l’agenzia Ansa, per il Corriere della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino. Nel ’59, fonda il settimanale Prospettive Siciliane. Può finalmen­te affermare ciò che i giornali con cui collabora non gli permettono di scrivere. Da subito Prospettive Sici­liane raccontò la mafia di Termini e della Madonie in anni in cui nessu­no osava nemmeno nominarla. Ini­ziano per Cosimo le minacce e le querele. Tante le inchieste da lui condotte: l’omicidio del sindaca­lista Salvatore Carnevale e del sa­cerdote Pasquale Culotta, avvenuta a Cefalù nel 1955, la morte di Ago­stino Tripi, il pro­cesso per l’omicidio di Car­melo Gial­lombardo. Il pome­riggio del 5 mag­gio 1960, ad appena 25 an­ni, Cosimo Cristina viene ritrovato privo di vita nel tun­nel ferroviario di contrada Fossola, tra Termini e Tra­bia. Non viene nemmeno disposta l’autopsia: per gli inquirenti si trattava di suici­dio. Ma i dubbi già allora erano tan­ti, qual­cosa non quadra. Nella ta­sca della sua giacca vengono ritro­vati due biglietti, sulla cui autentici­tà la famiglia ha dubitato sin dal pri­mo momento: ma stranamente non è mai stata eseguita nessuna perizia calli­grafica.

Cosimo Cristina è stato ucciso dalla mafia, anzi più precisamente suici­dato da Cosa Nostra, qualcuno az­zarda, ma come spesso accade in questi casi, nessuno sa niente, chi sa non parla, chi parla viene fatto tace­re e, a parte qualche articolo del so­lito cronista rompiscatole, a nessuno interessa più di tanto. Il caso viene ria­perto sei anni dopo: grazie al vice questore di Palermo, Angelo Man­gano, è riesumata la salma e final­mente viene eseguita l’autopsia, ma effettuata dopo tanti anni, finisce per confermare l’ipotesi del suicidio. Da allora il caso Cristi­na è definitivamente archiviato. Una spessa coltre di o­blio venne ste­sa sul giovane che viene vergo­gnosamente dimenti­cato.

Nel corso degli ultimi anni vi è stato un lento recupero della memoria storica del coraggioso giornalista, attraverso inchieste su libri e giornali, il lavoro di diverse scuole terminane, tra cui in particolare lo”Stenio”, che hanno incluso nei loro progetti sulla legalità la figura di Cosimo Cristina, l’intitolazione di una strada al giovane su proposta della rivista Espero, l’inserimento del pannello su Cosimo, da parte dell’Ordine dei Gior­nalisti di Sicilia, nella mostra dedicata ai cronisti italiani uccisi. E per  il cinquante­simo anniversario della mor­te del co­raggioso giornalista, il 5 maggio del 2010, su iniziativa della rivista Espero, insieme al Comune di Termini Imerese e all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, è stata col­locata una lapide nel luo­go in cui venne rinvenuto il corpo.

Il libro “Enza Venturelli: vi racconto il mio Cosimo Cristina”

Il filo della memoria riannodato attraverso un centinaio di lettere. Con il libro “Enza Venturelli :vi racconto il mio Cosimo Cristina” riemerge dal passato Enza, la fidanzata di Cosimo al tempo della sua morte. Ed ecco l’anello mancante: il Cosimo Cristina privato, quello che amava la vita , che amava la sua donna e con lei era determinato a costruire il suo futuro, sia pure tra mille difficoltà.  Lettere d’amore, con un linguaggio forse ormai desueto, ma con la forza di un sentimento universale, che certamente non ci danno l’immagine di un aspirante suicida. A Roberto Serafini il merito di avere saputo cogliere l’intensità della storia e di averle dato voce con autentica partecipazione, restituendoci l’immagine  di una giovane donna in cui amore e ammirazione per la cultura, l’eleganza e il coraggio del proprio uomo erano due facce della stessa medaglia . Altro merito dell’Autore è quello  di non aver   mancato di tratteggiare  la vicenda professionale di Cosimo Cristina, pur senza avere la pretesa dell’ inchiesta, perché ancora una volta il lettore percepisca la statura morale di un uomo “senza peli sulla lingua”  e possa renderne testimonianza.

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