Amat, prosegue lo stato d’agitazione

Prosegue lo stato di agitazione dei lavoratori Amat. “L’azienda non è in condizione di rassicurare e dirimere le nostre preoccupazioni e i documenti economici che ci ha mostrato confermano la crisi allarmante di liquidità di cui soffre  e che ha come conseguenze i tanti pagamenti inevasi nei confronti dei fornitori, ben 20 milioni di euro e i ritardi negli stipendi dei lavoratori”. Ad affermarlo sono i sindacati di Amat dopo il primo tentativo di conciliazione con l’azienda di trasporto urbano di Palermo, fallito ieri sera.

I sindacati hanno ribadito le motivazioni dello stato di agitazione proclamato la scorsa settimana: il contratto di servizio; le condizioni economico-finanziarie dell’azienda;  i disservizi con la riduzione dei mezzi in strada dopo l’entrata in vigore del nuovo orario estivo e i continui guasti;  l’attesa stabilizzazione dei 78 ausiliari part-time, ormai da undici anni; il mancato confronto sull’organizzazione delle ferie di una parte del personale; le illegittime trattenute da parte dell’azienda di quote parti delle retribuzioni del personale destinate per volontà degli stessi lavoratori a soggetti terzi,  e che, per causa della quali stanno subendo richiami per ‘mancato pagamento’ come ad esempio la cessione del quinto.

Siamo molto preoccupati, non ci sono garanzie sull’approvvigionamento dei ricambi dei bus, e per questo si verifica spesso il malfunzionamento di parecchi bus, la cui mancanza non fa altro che falcidiare il già precario parco mezzi in circolazione – aggiungono  -. Ciò che preoccupa ancor di più sono le pessime condizioni economiche che possiamo definire da rischio fallimento. L’azienda vanta un credito di 60 milioni di euro dalla Regione, e ha debiti per 20 milioni di euro, da dicembre, inoltre da quando il tram è in esercizio,  il costo grava tutto sul budget aziendale. Tutti gli attori istituzionali coinvolti devono fare il possibile per salvaguardare il futuro di questa azienda, dei suoi lavoratori e del servizio per i cittadini palermitani”.

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