Rissa tra famiglie: giovane muore per una “taliata”

carabinieriNelle prime ore della mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito 5 ordini di custodia cautelare in carcere nei confronti di tutti i partecipanti alla rissa, avvenuta la sera del 25.06.2016 nel quartiere “Cruillas” di Palermo, a conclusione della quale trovava la morte il giovane ventenne FRISCO Roberto e venivano gravemente ferite altre due persone: FRISCO Giuseppe, padre di Roberto, e LO PICCOLO Nunzio.

Le indagini, coordinate dal Procuratore Aggiunto Salvatore DE LUCA e dai Sostituti Procuratori Francesco DEL BENE e Giuseppina MOTISI della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, nonostante la coltre di omertà esistente in quel quartiere, consentivano di ricostruire nel dettaglio il ruolo e la condotta di ciascuno degli indagati, nonché i futili motivi che avevano dato avvio alla vicenda. Secondo il provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Palermo sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico di ciascuno degli indagati per i reati rispettivamente contestati; gravi indizi che consentono di ricostruire, allo stato degli atti, la dinamica della vicenda  secondo la prospettazione qui di seguito riportata.

Il tragico evento prendeva le mosse da una “taliata” rivolta a FRISCO Francesco dall’ex amico D.G., con cui da tempo si erano incrinati i rapporti. Questi, transitando sotto casa del FRISCO, aveva casualmente incrociato il suo sguardo suscitandone l’ira. Il FRISCO, quindi, lo raggiungeva poco dopo all’interno della pizzeria dove D.G. svolgeva l’attività di fattorino, e lo aggrediva sferrandogli pugni e colpendolo con uno sgabello. Il giovane fattorino, dopo aver terminato di lavorare, raccontava quanto aveva subito al suo amico LO PICCOLO Nunzio, il quale decideva di recarsi presso l’abitazione di FRISCO Francesco con l’intento di ricomporre l’alterco. Ivi giunti, LO PICCOLO Nunzio e D.G. venivano però immediatamente aggrediti da FRISCO Francesco che, impugnando un martello, li colpiva con violenza agli arti ed al capo.

LO PICCOLO Nunzio, riuscito a sfuggire all’ira del FRISCO, piuttosto che ricorrere alle cure mediche del vicino ospedale “V. Cervello” e richiedere l’intervento delle forze dell’ordine, decideva di farsi “giustizia” da sé armandosi di un grosso coltello da cucina. Quindi, accompagnato dal padre Giuseppe e dal fratello Salvatore, si portava presso l’abitazione del FRISCO, dinanzi alla quale, di lì a poco, giungevano FRISCO Francesco, il fratello Roberto e il padre Giuseppe. Ne derivava un violento tafferuglio da cui conseguiva, oltre alla morte di Roberto, il grave ferimento di quasi tutti i compartecipi.

I rilievi scientifici e le attività tecniche consentivano di ricostruire, stante l’assenza di testimoni, il ruolo di ciascuno dei partecipanti alla rissa innescatasi tra i due nuclei familiari e sintetizzabile, quanto agli eventi lesivi, come di seguito riportato:

  • FRISCO Francesco sferrava ripetuti colpi di martello alla testa di LO PICCOLO Salvatore;
  • LO PICCOLO Nunzio, con la cooperazione del padre Giuseppe e del fratello Salvatore, accoltellava mortalmente al torace FRISCO Roberto ed al ventre FRISCO Giuseppe;
  • FRISCO Giuseppe, a sua volta armato di un coltello da innesto, sequestratogli immediatamente dopo il trasporto in ospedale, colpiva LO PICCOLO Nunzio recidendogli l’arteria femorale.

In relazione all’ipotesi di reato di rissa aggravata, la Procura della Repubblica aveva già richiesto il giudizio immediato per tutti gli indagati ed il relativo processo si celebrerà già a novembre prossimo. Con l’operazione odierna la posizione degli indagati, tutti ristretti presso la casa circondariale “Pagliarelli” di Palermo, si aggrava ulteriormente.

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