Cefalù, in migliaia per dire no alla chiusura del Giglio

politica-in-passerella-ospedale-giglioCi sono i sindaci e i consiglieri delle Madonie e dei Nebrodi, semplici cittadini e poi i 724 dipendenti a rischio di licenziamento del Giglio alla manifestazione organizzata, a Cefalù, per dire con forza “giù le mani del Giglio”. Un ospedale nato come centro d’eccellenza e che l’assessorato regionale alla salute, con il riordino della rete ospedaliera, sta per declassificare a presidio di base. C’è preoccupazione tra i pazienti, la cittadinanza e i lavoratori il cui posto di lavoro è a rischio. Se il piano della regione andrà in porto, con la chiusura di 5 branche specialistiche e di vari servizi, gli uffici del Giglio hanno già stimano 319 licenziamenti. “Non si potrà garantire – ha detto il presidente del cda del Giglio, Giovanni Albano – la sostenibilità finanziaria dell’azienda, che rischierebbea chiusura con la fine di un sogno”. 

Una preoccupazione che si è trasferita in una città che ha perso, pochi mesi fa, la sede del tribunale, dell’agenzia delle entrate, rimasta con un solo sportello, del giudice di pace e che rischia di essere impoverita dalla possibile chiusura dell’ospedale. Sul palco, allestito nella palestra della scuola media, dinanzi a migliaia di cittadini hanno preso la parola in tanti. Il management del Giglio ha spulciato i dati, mostrando con numeri alla mano che l’ospedale di Cefalù serve un bacino che va oltre il distretto sanitario. “Il 75 percento di pazienti viene da fuori provincia, di cui il 40 percento da Palermo e circa il 20 percento dal messinese”. 

“Sui 1117 pazienti oncologici – ha detto il management del Giglio – 835 arrivano da comuni fuori distretto. La nostra emodinamica ha trattato oltre 850 cuori, negli ultimi due anni, in interventi salvavita con un indice di mortalità che pone Cefalù tra le migliori emodinamiche in Sicilia”. Sentiti gli interventi dei medici del Giglio dal cardiologo Tommaso Cipolla, all’oncologo Massimiliano Spada, all’urologo Salvino Biancorosso. Mentre da più parti è stato rilevato che il decreto ministeriale non si deve applicare con ottusità ma con intelligenza.

Presenti i rappresentati istituzionali oltre a Cefalù, di Castelbuono, Collesano, Gratteri, Lascari, Pollina, San Mauro Castelverde, Santo Stefano di Camastra, Pettineo, Campofelice di Roccella, Isnello, Scillato, Sclafani, Caltavuturo, Castellana, Polizzi, Petralia Soprana e Sottana, Geraci, Gangi, Valledolmo, Sciara, Caccamo, Termini Imerese, Montemaggiore e Aliminusa. La seduta dell’assemblea si è conclusa con l’approvazione di un documento che dovranno fare proprio i consigli comunali dei Nebrodi e delle Madonie per “attivare tutti gli atti e le azioni indispensabili al conseguimento delle determinazioni espresse nel corso dei lavori. Al fine – si legge nel documento – di scongiurare il declassamento dell’ospedale di Giglio e i conseguenti provvedimenti di chiusura dei suddetti reparti intervenendo con la dovuta sollecitazione e determinazione nei confronti della Presidenza e dell’assessorato alla salute della Regione Siciliana ma anche nei confronti del Ministero della Salute e del Governo Nazionale”.
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