Elezioni 2017: scatta l’ora legale in Sicilia

elezioni 2017Sarà un 2017 all’insegna del rinnovo dei rappresentanti per i cittadini italiani: in particolar modo in Sicilia, dove oltre alle amministrative per il rifacimento dei consigli comunali e dei sindaci di alcune importanti città, tra cui Palermo, e alle elezioni politiche che dovrebbero seguire questa breve parentesi segnata dal governo Gentiloni, si voterà anche per il rinnovo dei rappresentanti dell’Assemblea Regionale Siciliana e dei rappresentanti delle città metropolitane. Un assetto politico che quindi, nell’arco di pochi mesi, potrebbe risultare completamente stravolto.

Il lungo iter per le ex province dovrebbe aver inizio il 26 febbraio, con l’avvio delle consultazioni elettorali, ma si è stabilito di posticiparle direttamente al 30 luglio, da prima a dopo le amministrative dunque. I futuri rappresentanti dei “liberi consorzi” (ex province) saranno eletti dai rappresentanti dei cittadini che siano essi in carica o appena arrivati nelle poltrone comunali, pertanto non sembra sbagliato rimandare tali elezioni all’estate, quando l’assetto dei comuni rinnovato potrà dirsi nuova espressione della scelta democratica. Tuttavia l’Ars non ha ancora approvato il rinvio e il decreto presidenziale per febbraio è ancora valido. Il permanere dello stato attuale delle cose, non stupisce, sarebbe a tutta garanzia dei deputati regionali, i quali preferirebbero certamente puntare all’autunno con i propri bacini di voto, costruiti nel tempo con gli attuali rappresentanti e figure di riferimento locali, ma che potrebbero disperdersi se il sempre incerto esito delle comunali mutasse troppo. Pensiamo si tratti solo di un ritardo momentaneo e che manchi poco all’approvazione del decreto.

Nel frattempo, ai piani alti dei partiti regionali, si mettono a calendario le primarie: il 2 aprile sarebbe dovuta toccare al centro destra, ma le consultazioni interne sono già state rinviate al 23 aprile; gazebo in tutta la Sicilia richiameranno i cittadini tutti, non solo gli iscritti, a sottoscrivere il nuovo documento programmatico e andare verso le candidature. Nello Musumeci ci sarà, mentre i movimenti sicilianisti sosterranno Gaetano Armao. Si attende un nome anche da Forza Italia. A sinistra è nota la volontà del presidente uscente Rosario Crocetta a ripresentarsi, ma il PD dovrà fare i conti con le conseguenze della batosta referendaria. Sul versante del Movimento 5 Stelle si punterebbe su Gaetano Cancellieri. Qualcuno sperava che i penta stellati portassero aria nuova, ma niente di buono sta uscendo dal tornado che ha colpito l’intero movimento dopo lo scandalo “firme false”, all’interno del quale potrebbe rimanere risucchiato anche l’attuale candidato sindaco di Palermo a 5 stelle. In questo quadro perciò sono ancora molte le incertezze: i Siciliani avranno tutto il tempo di ponderare una scelta.

In primavera antenne tese sulla finestra elettorale delle amministrative che coinvolgeranno importanti centri anche nelle Madonie: Cefalù e Castelbuono in primis, come anche la vicina Termini Imerese. Inoltre la Sicilia ha adeguato la propria normativa elettorale a quella nazionale, estendendo ai comuni con popolazione fino a 15000 abitanti il sistema maggioritario, senza più contemplare il voto disgiunto tra lista e sindaco. A conti fatti molti cittadini potrebbero doversi recare alle urne tre volte, se dovesse chiudersi anche la parentesi nazionale del governo Gentiloni prima della naturale scadenza del 2018. A proposito, con la sentenza del 25 gennaio, la Consulta si è espressa sull’ Italicum: resta il proporzionale ma si inserisce il premio di maggioranza che andrà al partito che raggiunge almeno il 40% delle preferenze. Si comporrà quindi molto presto il nuovo scenario politico che, a meno di una svolta radicale di cambiamento, corre il rischio di rimanere molto simile a quello uscente.

Sofia D’arrigo

POTREBBE INTERESSARTI