Nel nome di Salerno, l’anno magico della Castelluccese

8 Maggio 2016, 7 Maggio 2017. Sono passati soltanto 364 giorni per riscrivere la storia. Il tempo necessario per ritoccare un giocattolo che era stato costruito con l’obbiettivo di riscattare il cocente sesto posto dell’annata 2014-2015. Un terzo posto, l’anno a seguire, che è valso i play off e la scalata verso la Seconda Categoria, con la firma doppia del “Falco” Tita sul 2 a 1 nella finale contro il San Mauro. L’obbiettivo centrato che non è mai stato considerato un punto d’arrivo, bensì di partenza. E non può essere altrimenti, se si considera che già dai giorni successivi alla Promozione il presidente Cicero e tutto il suo staff dirigenziale hanno messo insieme i pezzi di una macchina che, nel corso dell’anno, ha dimostrato di essere pressoché perfetta. Melidone, Filetto, Rinaldi, Treviso, Nicolosi si sono aggiunti a Rivilli, Viglianti, Di Francesca e Mammana. Un’orchestra magnifica, sapientemente diretta da mister Vincenzo Randazzo. Ma con un corista d’eccezione: Santo Salerno. 38 gol in stagione, 36 dei quali realizzati in campionato, due in più di Dino Viglianti, storico bomber della Castelluccese di fine anni ’80, che in una sola stagione mise a segno 34 reti in Terza Categoria, record considerato imbattibile. Fino a 364 giorni fa. Santo Salerno in Seconda Categoria è stato un interrogativo che i calciofili locali si sono posti a lungo nella scorsa estate. Il bomber di Castel di Lucio, classe 1995, ha dei numeri niente male: 9 gol nello scorso campionato di Eccellenza con la maglia del Castelbuono, che diventano doppia cifra se si aggiungono i 2 realizzati con il Brolo nel 2103/2014 (quando Salerno, appena 18enne, vinse il suo primo campionato). 13 gol in Promozione con il Mistretta, 14 con la stessa maglia in Prima Categoria. Eppure Salerno non ci ha pensato molto a scendere di categoria, e lui stesso ci spiega le ragioni principali della sua scelta: “La mia è stata una scelta di cuore, sentivo il bisogno di tornare ad indossare la maglia del mio paese, ci tengo infatti a ringraziare il presidente e tutta la società per avermene dato la possibilitàVincere qualsiasi campionato con la maglia del proprio paese, poi, è qualcosa di unico e speciale. Solo chi ha avuto la fortuna di farlo può capire“. 18 vittorie, 6 pareggi e 0 sconfitte sono numeri da squadra ammazza-campionato, eppure il distacco col Pettineo, alla fine, è stato di soli 3 punti: “Non abbiamo mai avuto paura di non farcela. Siamo stati quasi sempre in testa anche se il Pettineo ci ha insidiati fino all’ultima giornata“. 36 gol in una stagione significa timbrare il cartellino una volta e mezza in ogni partita, numeri da capogiro che Santo commenta così: “36 gol non sono pochi, ma un grosso merito va ai miei compagni che mi hanno messo sempre nelle migliori condizioni per farli. il gol più bello l’ho realizzato a San Marco contro l’Aluntina: ho sorpreso il portiere con un tiro da centrocampo, un gol che difficilmente dimenticherò“. Ma la Castelluccese nel corso dell’anno non è stata solo Salerno, e il segreto della vittoria non può che essere stato la coesione del gruppo: “I segreti della vittoria della Castelluccese sono stati tanti, ma la forza e la compattezza del gruppo credo che abbiano fatto la differenza. Un grosso plauso va fatto ai nostri tifosi che ci hanno seguiti per tutto il campionato macinando chilometri per sostenerci. Ecco, anche loro sono stati fra gli artefici principali della nostra vittoria”. Chiusa la stagione c’è da chiedersi cosa farà Santo Salerno “da grande”: “Penso che sia ancora troppo presto per parlare della prossima stagione e anche solo per pensarci. Intanto godiamoci la festa“. Una festa che, a Castel di Lucio, è diventata ormai una bella consuetudine. Nel nome di Santo Salerno, “sua Eccellenza” il bomber con Castel di Lucio nel cuore.

 

Angelo Giordano

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