Pollina: San Giuliano e i riti dei devoti fedeli

La seconda domenica di luglio Pollina festeggia il Santo patrono Giuliano. Le origini del culto si fanno risalire al XVII secolo quando venne donata ai pollinesi la reliquia del vescovo di Le Mans. La solennità religiosa ricorre in realtà il 27 gennaio, ma per evitare le condizioni atmosferiche invernali, la data venne fissata al periodo estivo, quando il paese si ripopola dei numerosi residenti fuori, rientrati a trascorrere le ferie.

Il culto al Santo si esprime nei riti di devozione dei fedeli a partire dal venerdì che precede la seconda domenica di luglio con la traslazione del simulacro dalla chiesa di San Giuliano alla Chiesa Madre nella prima delle suggestive processioni che caratterizzano la tradizione. A seguire, nel tardo pomeriggio, ha luogo la “processioni du ‘sinnacu”, uno dei momenti più singolari nel panorama delle tradizioni popolari, perché sono assenti sia il simulacro sia le autorità ecclesiastiche. Sfilano invece il sindaco e la giunta comunale con le altre autorità civili e militari, il comitato e i rappresentanti delle associazioni cittadine.

Sabato è il giorno dedicato alla processione campestre, la più faticosa e dolorosa per quanti in segno di devozione la compiono scalzi. I portatori collocano il simulacro e la reliquia su una vara e percorrono correndo per tre volte avanti e indietro la navata del Santissimo Sacramento. Il tragitto della processione è piuttosto lungo: si attraversa un sentiero ciottolato che porta alla zona delle campagne di Pollina, adesso anche residenziale, dove ha luogo la “maschiata”, uno spettacolare gioco di mortaretti e pirotecnico. Il parroco effettua qui la benedizione dei campi e, imboccata la serpentina della Santa Croce per il rientro, il simulacro viene rivolto verso Finale e dunque verso il mare affinché la benedizione possa giungervi.

L’ultimo momento particolarmente suggestivo è la processione della farina che si svolge nella mattina di domenica. Non si tratta di una vera e propria cerimonia, poiché il clero non partecipa, ma è il giorno della consegna dei doni che i devoti portano in processione, in particolare dei grossi ceri. Nella serata si concludono i festeggiamenti con la processione notturna che riporta il santo nella Chiesa di San Giuliano.

Sofia D’Arrigo

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