Amici a 4 zampe: Leishmaniosi, vaccino si, vaccino no (prima parte)

Vorrei concludere la nostra piccola incursione nel mondo dei parassiti parlando della Leishmaniosi, una patologia con la quale la maggior parte di noi è venuto a contatto direttamente o attraverso le esperienze di amici o conoscenti. Mi sembra utile rispondere alle domande più frequenti sull’argomento. Premettiamo intanto che si tratta di una “parassitosi del sangue”, in quanto l’agente che la provoca si annida e moltiplica in particolari cellule, i macrofagi, per poi diffondersi in tutto il corpo attraverso il sangue. E’ anche una antropo-zoonosi perché colpisce il cane ma in particolari condizioni può colpire anche l’uomo. E’ provocata dalla Leishmania, termine che identifica un gruppo di Protozoi, geneticamente molto simili tra di loro. All’interno del genere Leishmania esistono infatti diverse specie (Leishmania brasiliensis, donovani, infantum, major, mexicana, tropica ecc.) che possono provocare la malattia nell’uomo, cane, gatto e altri mammiferi.

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Phlebotomus papatasi

La genesi della Leishmaniosi è piuttosto particolare, in quanto il parassita, per provocare la malattia, deve compiere una fase all’interno di un insetto vettore appartenente al genere Phlebotomus (Phlebotomus Papatasi): il pappatacio, simile ad una zanzara di piccole dimensioni ma molto più silenzioso delle comuni zanzare. Proprio da quest’ultima caratteristica deriva il significato etimologico del suo nome: pappare + tacere. Quando il flebotomo punge un cane infetto, suggendone il sangue, diventa in grado a sua volta di trasmettere la malattia e può veicolare la Leishmania dentro di se anche per 19-20 giorni prima di inocularla in un altro cane attraverso un nuovo pasto di sangue. Questo insetto fa quindi da “ponte” per il contagio tra animale ammalato e sano.

leishmaniosiUna volta penetrata nel circolo sanguigno del cane, grazie alla puntura del Flebotomo, la Leishmania viene inglobata dai macrofagi (cellule deputate a neutralizzare gli agenti estranei) e qui si moltiplica. In seguito queste cellule si rompono liberando nel circolo sanguigno le forme larvali del parassita. A questo punto il cane è infetto e se verrà punto da un nuovo Flebotomo inizierà un nuovo ciclo di infezione. Da ciò si evince come la trasmissione della malattia non possa avvenire in maniera diretta da cane a cane, ma abbia sempre bisogno del pappatacio come vettore,  si capisce altresì che pur essendo una antropo-zoonosi poiché può colpire l’uomo; il rischio di prendere l’infezione per la vicinanza di un cane ammalato, è del tutto irrisorio in quanto in una zona ad alta incidenza della malattia (per esempio come la Sicilia) sono milioni le zanzare capaci di pungere e trasmettere l’infezione. Quindi alla domanda: “posso prendere la leishmaniosi dal mio cane infetto per contatto diretto”? la risposta è “assolutamente no”!

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Diffusione geografica della Leishmaniosi nel nostro paese

Il pappatacio è più attivo da Maggio a Ottobre e di solito dal tramonto all’alba. E’ autoctono delle zone subtropicali e della macchia mediterranea, quindi Grecia, Spagna, Portogallo, Francia meridionale e Italia sono zone endemiche. Fino al 1989 tutta l’Italia del nord era considerata immune dalla malattia, poi sono cominciati i primi focolai in Veneto, Piemonte, Emilia Romagna ed infine nel 2013 è stato individuato il primo focolaio accertato di Leishmaniosi in Alto Adige…è il riscaldamento globale bellezza!

La Leishmaniosi potrebbe essere definita una sindrome più che una semplice malattia parassitaria, per l’enorme varietà dei sintomi che può provocare. Questi sono dovuti alla presenza di immunocomplessi, cioè conglomerati che si formano quando la Leishmania entra nel circolo sanguigno e viene “legata” dagli anticorpi deputati ad intercettare le sostanze estranee all’organismo (antigeni). Questi complessi antigene-anticorpo, chiamati appunto immunocomplessi, possono depositarsi in vari organi e tessuti provocando i più disparati sintomi, vediamo quali:

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tipica dermatite furfuracea periorbitale e perinasale

-dermatite esfoliativa attorno a naso e occhi, tipicamente non pruriginosa, solitamente refrattaria a tutti i trattamenti.

-alopecia e dermatite con abbondante produzione di forfora su dorso e zampe.

-alopecia e ulcere sulle orecchie, anche queste refrattarie ad ogni trattamento e caratterizzate da frequenti ed estese aree di sanguinamento.

-perdita di sangue dal naso (epistassi)

-crescita accelerata delle unghie (onicogrifosi)

-lesioni oculari (uveite)

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tipica uveite da leishmania

-lesioni articolari che spesso determinano zoppia che sembra spostarsi da una zampa all’altra, questo perché gli immunocomplessi che si depositano a livello delle articolazioni provocandone l’infiammazione, si spostano seguendo il circolo sanguigno.

-a livello renale avremo una tipica glomerulo nefrite da immunocomplessi accompagnata da anoressia, vomito, dimagrimento, polidipsia, poliuria, stomatite ulcerosa.

-danni epatici caratterizzati da aspetto globoso dell’addome per ingrossamento del fegato, dimagrimento, anoressia, accumulo di liquido nell’addome (ascite), letargia e febbre.

Il periodo di incubazione della malattia va da 6 a 12 mesi ma può arrivare a 4 anni, quindi non sempre il cane infetto presenta immediatamente i sintomi. Inoltre esistono casi -più rari- in cui pur essendo l’animale infetto dal punto di vista sierologico, non sviluppa mai la malattia clinica.

La diagnosi avviene con la ricerca di particolari proteine nelle urine, con l’esame microscopico di prelievi di linfonodi, milza o midollo osseo ed infine il metodo più comune e di più facile attuazione è la ricerca degli anticorpi nel sangue e lo studio delle proteine plasmatiche (elettroforesi), che il vostro veterinario effettuerà con un semplice prelievo del sangue.

Nella seconda parte ci occuperemo della PREVENZIONE della Leishmaniosi

Dott.ssa Maria Concetta Cassata

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