Continua a gestire l’azienda confiscata, arrestato l’imprenditore Ferdico

Questa mattina, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo hanno arrestato 5 persone residenti nel capoluogo, ritenute responsabili di intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale e reale e estorsione aggravata dal metodo mafioso. Tra gli arrestati l’imprenditore Giuseppe Ferdico e il commercialista Luigi Miserendino, a cui la sezione Misure di prevenzione aveva affidato la gestione dell’azienda confiscata.

Quattro persone, tra cui Ferdico, sono state condotte in carcere, mentre Miserendino è stato ristretto ai domiciliari. Sono ritenuti responsabili a vario titolo di intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale e reale ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. I finanzieri hanno inoltre sequestrato quote societarie e beni per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro. L’attività investigativa si è concentrata sulla gestione del “Portobello” di Carini, centro commerciale del valore di oltre 70 milioni di euro e
dotato di 35 negozi. Attualmente il centro è in amministrazione giudiziaria a seguito del sequestro eseguito dal Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo nel 2012, nell’ambito di un procedimento di prevenzione a carico di Ferdico, indiziato di appartenere all’associazione mafiosa denominata “Cosa Nostra” per i suoi collegamenti con esponenti di spicco del Mandamento di San Lorenzo, conclusosi recentemente con la confisca di primo grado.

Secondo gli investigatori, anche grazie alla complicità dell’amministratore giudiziario, il proprietario avrebbe continuato ad avere il controllo sull’attività economica. Il quadro indiziario, allo stato delle indagini, è particolarmente allarmante: all’interno del
centro commerciale “Portobello” si era di fatto consolidato un clima di omertà e sottomissione proprio di contesti delinquenziali di stampo mafioso, nell’ambito del quale i soggetti arrestati eludevano i provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, continuando a
compiere azioni illecite, protetti da un’amministrazione giudiziaria compiacente.

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