Amici a 4 zampe: due parole sulle diagnosi veterinarie online

Sempre più spesso avventurandomi in rete mi capita di imbattermi in siti che promettono diagnosi veterinarie online, basta essere dotati di un accesso internet e di una webcam. Cura da te il tuo animale risparmiando così i soldi del veterinarioCosa dire? Troverei il fenomeno comico se -come veterinario – non ne scorgessi l’aspetto allarmante.

A me come, credo, a tutti i miei colleghi capita di ricevere telefonate nel corso delle quali qualcuno descrive più o meno dettagliatamente i sintomi del proprio amico a quattro zampe, descrizione corredata talvolta da foto spedite via whatsApp, aspettandosi diagnosi e terapia rigorosamente al telefono…Ora, per vari motivi non è sempre possibile soddisfare queste richieste. Prima di tutto per un fatto logistico: è già difficile fare una diagnosi su animali che non riescono ad esprimersi a parole e a raccontarti il loro malessere, figurarsi poi quando non è neanche possibile effettuare una visita obbiettiva generale del paziente; per capirci, senza potergli “mettere le mani addosso”!

Mentre ammetto che mi capita di dare “suggerimenti” telefonici per pazienti dei quali conosco già la storia anamnestica, magari per un “fine terapia”, risparmiando così al proprietario un’ultima visita di controllo; devo dire che non mi succede mai di fare diagnosi telefoniche per soggetti che non ho mai visto e non conosco. Potrei citare olti di casi durante i quali il proprietario mi chiama per una patologia che suppone di aver diagnosticato al proprio animale e poi, avendolo portarto a visita, scoprire che quello descritto era solo il sintomo di una patologia diversa e magari più grave.

Poco tempo fa un signore mi chiamava perché, basandosi su una diagnosi online, aveva deciso che il suo cane fosse affetto da gengivite, salvo poi scoprire -dopo aver sottoposto l’animale ad un esame del sangue- che la gengivite era solo uno dei sintomi di una ben più grave compromissione renale. Il problema è che il proprietario -convinto della propria diagnosi- continuava da tempo a somministrare al cane un antibiotico, in effetti usato in corso di gengivite ma che, in questo caso, non solo non aveva prodotto alcun miglioramento, ma addirittura aveva peggiorato sensibilmente la condizione dei reni.

 

Che dire invece della tosse, che potrebbe essere un preoccupante sintomo cardiaco, mentre viene spesso scambiata per una semplice tracheite. Questo è l’aspetto allarmante al quale mi riferivo prima: una terapia redatta in base ad una diagnosi di fortuna, può essere oltre che inutile, persino dannosa!

Non ho problemi ad ammettere che dopo numerosi anni di studio ed altrettanti di esperienza sul campo, mi risulta -talvolta – ancora difficile effettuare una diagnosi di certezza, senza l’ausilio di mezzi diagnostici specifici. Quindi, non riesco proprio a capire come qualcuno armato soltanto di buona volontà (e voglia di risparmiare!) possa, in base a qualche informazione e foto trovata in giro nel web, formulare una diagnosi e soprattutto sentirsi tanto sicuro di se, da somministrare una terapia al proprio animale.

Ma ancora meno capisco, come un veterinario, ammesso che sia sempre un veterinario a rispondere, riesca a formulare una diagnosi basandosi solo sulle informazioni fornite (magari via mail) dal proprietario. Ogni collega con un minimo di esperienza sa quanto importante sia la “percezione del problema” che ci viene dal contatto col paziente dalle informazioni che il proprietario ci fornisce, direttamente ma anche indirettamente attraverso l’osservazione di un rapporto (quello paziente-umano) fatto di gesti e atteggiamenti spesso involontari e rivelatori.

Per concludere, credo che nulla possa sostituire quella mezz’oretta di conversazione col veterinario di fiducia: vi sentirete sollevati dalla responsabilità nei confronti del vostro pelosetto, non gli farete correre inutili rischi e -perché no- accorderete al veterinario quel pò di credito che meriterebbe, dopo aver speso numerosi anni di studio, ed investito una gran quantità di risorse mentali ed emotive in questo mestiere che, per molti di noi, solo un ‘mestiere’ non lo è mai stato.

 

Dott.ssa Maria Concetta Cassata

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