La Lega vuole imitare Trump nella guerra alle Tech Company

George Soros, noto investitore ungherese naturalizzato statunitense, ha sferrato un attacco diretto e forse senza precedenti a Facebook e Google durante il World Economic Forum di Davos. L’investitore ungherese, patrimonio da 8 miliardi di dollari secondo Forbes, ha detto che le dimensioni raggiunte dei big della tecnologia e il loro comportamento “monopolistico” li hanno resi una concreta “minaccia” per la società, danneggiando la democrazia e schiavizzando la mente delle persone, in quanto sarebbero in grado di minacciare alla loro “libertà di pensiero”.

Ma, contrariamente a quanto si possa pensare, “i loro giorni sono contati”. Soros va così ad aggiungersi alla lunga schiera di imprenditori e capi di stato che nell’ultimo anno hanno cominciato a criticare le tech company, come il premier britannico Theresa May.

Ma una parte della politica italiana, quella leghista, si sente più affine al pensiero di Donald Trump, presidente americano.  Così nelle parole del deputato Alessandro Pagano della Lega-Salvini premier: “Il magnate Soros da Davos attacca i giganti del web, perché “tolgono autonomia di pensiero”. È proprio il caso di dire quando il bue dice cornuto all’asino. Certamente i colossi di internet stanno facendo il bello e il cattivo tempo di questa epoca, ma la verità è che nell’era del web il popolo non è più costretto a bersi l’informazione taroccata della tecnofinanza, ad accettare supinamente il politically correct imposto dalle grandi lobby mondiali.

Il web ha tolto dalle mani di Soros, e di quelli come lui, il giocattolo di manipolare e influenzare le menti delle persone. Ecco perché attacca pure Trump, perché sta scardinando gli ingranaggi di questo sistema. Uno di questi ingranaggi era che Soros manipolava nelle tenebre, adesso invece è stato stanato. L’opinione pubblica mondiale ora lo conosce e lo potrà combattere. Ed è quello che faremo anche in Italia e in Europa con la Lega. Più Trump, più Salvini e meno Soros”.

Sofia D’Arrigo

 

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