Tra religione e tradizione, oggi è la Candelora

Se il calendario segna 2 febbraio, allora oggi ricorre la festa della Candelora: meno celebre di altre ma con un significato profondo e variegato che valica i confini religiosi e si fa propria di manifestazioni e usi popolari.

Il nome “candelora” fa chiaramente riferimento alle candele, luci che simboleggiano per i religiosi il Cristo, nelle celebrazioni odierne infatti verranno benedette le candele che si conservano poi in casa. Secondo il folklore per accenderli all’occorrenza, contro le folgori, la grandine o le malattie del bestiame; oggi resta un segno di fede. Per i cattolici si ricorda la presentazione di Gesù al tempio , lì recatosi secondo la legge di Israele per essere circonciso e – si legge nella Bibbia – viene riconosciuto da Simone e Anna come il Messia. La festa è chiamata secondo la liturgia, Purificazione della Beata Vergine Maria.

Secondo la legge di Mosè una donna era considerata impura del sangue mestruale, occorrevano pertanto circa 40 giorni dopo il parto perchè potesse ritornare alla “purificazione”. La dicitura gergale “candelora” rimanderebbe a un’altra antica manifestazione, quella dei Lupercali, riti dei lucernari, festività romana in cui si compivano grandi fiaccolate e che cadeva proprio intorno a metà febbraio. Successivamente la festa fu sostituita dall’attuale Candelora.

Inoltre quasi ovunque in Europa esiste un proverbio che associa la Candelora a un cambiamento climatico o all’avvincendarsi delle stagioni: se il tempo è buono il 2 febbraio potremo dirci fuori dall’inverno, se invece è scuro ci ricorda che ancora la stagione fredda persiste.

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