Come si vota il 4 marzo

Il prossimo 4 marzo gli italiani sono chiamati alle urne per eleggere il Parlamento. La legge elettorale adottata è il “Rosatellum bis”. Si tratta di un sistema misto valido sia per eleggere la Camera dei Deputati, sia per eleggere il Senato (per il senato si vota solo una volta compiuti 25 anni): l’emiciclo della camera dei deputati prevede un numero fisso di seggi, 630, da attribuire con  due metodi, maggioritario (per 1/3 dei posti) e proporzionale (per i 2/3).

Per quanto riguarda il maggioritario troveremo nella scheda i nomi dei cosiddetti “highlander”, ovvero i volti più noti che concorrono alle elezioni. Sono i candidati ai collegi uninominali. Vince chi prende più voti, avrà cioè la certezza matematica di entrare in Parlamento, gli altri resteranno fuori. Questi nomi capeggiano le coalizioni, che sono di fatto favorite da questo sistema, per cui nell’assegnare i candidati nei collegi uninominali non si ha l’interesse a eliminarsi a vicenda, ma a garantirsi lo spazio per tutti.

L’altra parte della scheda, coincide con la parte più numerosa dell’emiciclo (61%), eletti con il metodo proporzionale: in questo caso troveremo dei i nomi, ma anche e soprattutto i simboli. I nomi fanno parte dei microlistini bloccati: accanto al simbolo troveremo 2 o 4 politici che anelano a entrare in Parlamento, ma non competono con gli altri sulla scheda, non per esclusione almeno. Qui non si esprimono preferenze sul nome, ma sul partito, segnandolo con un segno.

Cosa succede quando mettiamo la croce sul simbolo del partito?

I voti sui simboli saranno sommati a livello nazionale e distribuiti proporzionalmente, significa che quel 61% di seggi saranno assegnati in base a delle percentuali (es. se il PD prende il 20% dei voti avrà il 20% dei posti) e man mano entrano i parlamentari inseriti nelle microliste bloccate dai partiti. Essere messi in posizione favorevole (rispetto all’ordine del listino) è meglio per chi anela al Parlamento. Essere in coda è meno comodo ai fini dell’elezione perché bisogna sperare che il tuo partito prenda più voti.

Il simbolo del partito sarà inserito in un quadrato più grande che racchiude la coalizione. Apponendo il segno solo sul simbolo, si sarà votato il partito ma anche il candidato al collegio uninominale (l’highlander). Che si metta un segno sul suo nome o meno, non cambia assolutamente nulla.

Se si appone un segno solo sul nome, si starà votando solo per quel 37% iniziale, e per nessun partito in particolare, quel voto finirà in un cesto di voti che verranno ripartiti tra i partiti della coalizione (es. se si è elettori di Fratelli d’Italia e la Lega non piace, è più conveniente assicurarsi di segnare il simbolo, se invece si è indecisi sul partito per cui votare ma in generale si vuole votare per esempio centrosinistra, resta una possibilità).

Non è possibile il voto disgiunto: se si appone un segno su un simbolo e uno sul nome di un candidato di un’altra coalizione, il voto verrà invalidato. La scheda per eleggere la Camera dei Deputati sarà di colore rosa, gialla invece quella per il Senato.

Sofia D’Arrigo

POTREBBE INTERESSARTI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *