Cefalù, novità per i matrimoni in Cattedrale: “Saranno ridotti i permessi”

Dopo le polemiche sollevatesi in occasione delle nozze del calciatore del Napoli Tonelli (puoi trovarle qui), il Vescovo di Cefalù, Mons. Giuseppe Marciante ha reso note nuove disposizioni in merito alla Basilica Cattedrale e al suo utilizzo, in modo particolare per quanto riguarda le celebrazioni nuziali.

A fare scalpore, oltre all’abito piuttosto scollato della sposa, anche un carretto per le granite disposto sul sagrato, luogo integrante del posto sacro. In quell’occasione il pastore della diocesi aveva preannunciato provvedimenti, e oggi, con un comunicato sul sito della Diocesi, Mons. Marciante riporta tutti alla riflessione, partendo da Amoris Laetitia di Papa Francesco: “Cari fidanzati, abbiate il coraggio di essere differenti, non lasciatevi divorare dalla società del consumo e dell’apparenza”.

Quindi le comunicazioni: sarà nominato un Delegato Vescovile che avrà il compito di promuovere e sostenere tutte le iniziative legate alla Chiesa Madre di Cefalù che – lo ricordiamo – è patrimonio UNESCO; dovrà favorire la partecipazione dei fedeli alle funzioni e curare la dignitosa accoglienza di chi ne prende parte.

Quanto ai matrimoni non sarà più accettata l’intermediazione delle Agenzie che li organizzano, ma il delegato intratterrà un rapporto di conoscenza diretta con i futuri sposi. Inoltre, le celebrazioni Episcopali avranno la precedenza nel calendario e comunque verranno ridotti i permessi per svolgere le funzioni di nozze, privilegiando i nubendi che provengono dalla diocesi.

Infine, essendo il sagrato un luogo sacro, ne è vietato l’utilizzo per altri scopi, secondo le norme liturgiche vigenti. Il vescovo conclude con un auspicio: “che la nostra Basilica Cattedrale sia sempre di più segno visibile dell’unità di tutta intera la Comunità Diocesana e della tensione sinodale, icona della genuina identità del nostro Popolo, testimonianza culturale delle nostre radici cristiane e modello di un rinnovamento pastorale nello spirito del Concilio Vaticano II e del Magistero di Papa Francesco”.

 

Sofia D’Arrigo

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