Omicidio a Sferracavallo: il movente la puzza di arrosto

E’ almeno la terza volta negli ultimi anni che a Palermo ci si ammazza a causa di screzi condominiali. Piero Billitteri ha 60 anni e ieri, dopo mesi di litigi col vicino, l’ha ucciso con un colpo di pistola. Si chiamava Cosimo D’Aleo e abitava al piano terra di una palazzina di via Sferracavallo 130.

L’assassino invece stava al primo piano e aveva provato a fuggire per ben tre ore prima di essere scovato dagli agenti di una squadra mobile in un magazzino della Marinella. Il reo subito ha confessato le ragioni del suo gesto: è stato spinto a premere il grilletto perché la puzza di barbecue generata dal terrazzo di D’Aleo lo infastidiva. Lo ha detto sussurrando ai polizziotti che non hanno potuto fare altro, se non constatare la realtà: si muore per nulla a Palermo. “Subivo continue angherie da quel vicino”, così l’assassino ha provato a difendersi.

Litigavano da mesi ormai, continuamente, per motivi sempre banali e svariati: il volume troppo alto alla TV, la bancheria stesa, l’auto parcheggiata malamente e quindi il fumo del barbecue. Tra i parenti vige lo sgomento: “Non doveva finire così”, urla un parente di Cosimo, un muratore di 43 anni. “Gliel’avevo detto di lasciare stare”, urla una donna in lacrime. L’ultima lite è scoppiata ieri sera, intorno alle 20. Per quel barbecue con troppo fumo.

Urla, voci, parole grosse. Poi, Billitteri è sceso armato della sua pistola di piccolo calibro e ha sparato due colpi. D’Aleo è morto all’istante, davanti ai familiari. L’assassino non si è scomposto più di tanto, è tornato nell’appartamento al primo piano, forse per prendere qualcosa. Qualche minuto dopo, è sceso di corsa: con grande freddezza, è passato davanti al cadavere ed è fuggito a bordo della sua Ford Fiesta. L’auto è stata ritrovata poco prima della mezzanotte in via Verne, nel vicino quartiere della Marinella. I poliziotti della squadra mobile hanno stretto il cerchio attorno a un magazzino. E, alla fine, l’assassino è stato fermato, con l’accusa di omicidio.

“Non doveva finire così”, si dispera un’anziana. Mentre i poliziotti della Scientifica provano a ricostruire con precisione le fasi dell’agguato, ma non è facile, la pioggia violenta che si è abbattuta sulla città ha già cancellato le macchie di sangue davanti al portone di casa, al civico 130. Ma c’è il racconto di diversi testimoni, stavolta. “Tutto questo si poteva evitare”, dice un vicino di casa. Cronaca di una morte annunciata. Tante volte, i due condomini si erano sfidati con minacce di morte. Qualche giorno fa, per una radio ad alto volume. Si muore davvero per nulla a Palermo.

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