Matrimonio tra donne a Tusa (FOTO)

L’otto settembre 2018 sarà una data da ricordare per il Comune di Tusa e per la frazione Castel di Tusa: si è celebrata infatti la prima unione civile tra persone dello stesso sesso, nella fattispecie, due ragazze, Anna e Giulia, hanno scelto per sancire formalmente la propria unione il piccolo Comune al confine occidentale della provincia di Messina, il primo in Sicilia ad istituire e regolamentare il registro delle unioni civili.

Il Comune di Tusa, non è solo unioni civili, infatti nella stessa giornata, contestualmente al rito dell’unione tra Anna e Giulia, nella Chiesa Madre di Tusa dedicata a Maria SS. Assunta, si celebrava un matrimonio classico, tra due giovani americani che hanno scelto proprio Tusa per coronare il loro sogno d’amore.

Durante il matrimonio di Anna e Giulia si sono susseguiti due momenti differenti, il primo in mattinata nella sala consiliare del Comune, ed il secondo più spettacolare ed emozionante sul palco appositamente fatto allestire dalle neo spose, sulla spiaggia bandiera blu delle Lampare, in uno scenario veramente fiabesco.

Proprio di fiaba possiamo parlare per queste due ragazze (39 anni Anna, 29 anni Giulia) che sfidando tutto e tutti (in qualche caso anche le stesse famiglie di appartenenza) sono riuscite a coronare la loro storia d’amore sancendone ufficialmente l’esistenza apponendo le firme sul registro delle unioni civili del Comune di Tusa.

Già da qualche tempo erano trapelate notizie su questo “matrimonio” che avrebbe dovuto svolgersi presso l’Atelier sul mare di Antonio Presti, ma non solo: il rito nuziale è stato ideato dalle spose e dalla loro amica Loredana (che è stata delegata dal Sindaco a svolgere le funzioni di Ufficiale di stato civile – con tanto di fascia tricolore al collo). Citazioni filosofiche, simboli augurali, suggestioni particolari, (favorite dallo splendido scenario in cui si è svolto) magistralmente diretto dalla stessa Loredana (ometto i cognomi per ovvi motivi) cha ha svolto perfettamente le mansioni affidatele.

Le due spose, è proprio il caso di dirlo, non si sono fatte mancare niente: fiori, addobbi di gusto e di pregio, struggenti note di violino, con il sottofondo delle placide onde del mare a fare da accompagnamento sobrio e discreto, mai invadente, ma solo per ricordare agli astanti in quale luogo magico si trovassero.

La cerimonia si è svolta tranquillamente senza intoppi, ad esclusione della lanterna cinese a forma di cuore che non ne ha voluto sapere di spiccare il volo per dimostrare ulteriormente quanto alto fa volare l’amore, ma non era necessario, in quanto il sentimento tra le due ragazze riempiva abbondantemente l’atmosfera che si respirava su quel tratto di spiaggia sicula, per un giorno luogo di affermazione dei diritti civili duramente conquistati.

Sono sufficientemente maturati i tempi per concedere inderogabilmente una opportunità di vita normale anche alle coppie di fatto e farle uscire da una forma di clandestinità coperta di ipocrisia, come ha affermato una delle nonne delle due ragazze che con la solita saggezza degli anziani mi ha detto “Una volta c’erano pure queste cose, però forse si nascondevano…”.

Una legge era necessaria, per consentire a persone che hanno fatto una scelta non convenzionale di essere tutelate e di avere applicato il principio costituzionalmente riconosciuto dell’uguaglianza di tutti i cittadini. Le neo spose hanno ringraziato  ufficialmente l’Amministrazione comunale di Tusa e la popolazione per il calore con il quale sono state accolte, ed hanno partecipato al rito. Un ringraziamento particolare è stato dedicato ad Antonio Presti perché – hanno detto-  “considerano l’atelier come una casa”.

Il banchetto nuziale si è svolto naturalmente presso l’atelier sul mare ed il catering è stato organizzato dal ristorante “La Galleria” di Cefalù. Tutto si è concluso intorno alla mezzanotte ai piedi della rocca grande, simbolo di Castel di Tusa, illuminata per l’occasione (una idea da girare all’Amministrazione comunale per rendere ancora più suggestivo questo angolo di terra sicula forse ancora poco valorizzato) con il classico lancio del bouquet (invero erano due) che mai come in questo caso potrebbe avere degli effetti bene auguranti.

Le neo spose hanno trascorso la loro prima notte non in una semplice stanza d’albergo, ma in una delle suite d’arte dell’atelier sul mare, “La stanza del profeta” dedicata a Pier Paolo Pasolini,

scelta nient’affatto casuale.

POTREBBE INTERESSARTI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *