Strage di Avola si aspetta ancora la verità

Cinquant’anni fa, ad Avola, fu scritta una delle pagine più drammatiche e al contempo più importanti di rivendicazione dei diritti dei lavoratori, con le forze dell’ordine che ricevettero l’ordine di sparare sui braccianti che il 2 dicembre del ’68 stavano scioperando per i diritti: due morti e 48 feriti fu il tragico bilancio.

Oggi al teatro comunale di Avola, alla presenza del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, dell’amministrazione comunale, del sindaco Luca Cannata, degli esponenti delle organizzazioni sindacali, delle autorità militari e dei familiari delle persone coinvolte nei dei “Fatti di Avola è stato reso omaggio alle due vittime di allora: Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona. Una testimonianza della volontà del popolo siciliano di ribellione alle ingiustizie.

Dal palco del teatro Garibaldi, dove si è svolta l’iniziativa, Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uil hanno chiesto alle istituzioni di mettere in pratica “tutti gli strumenti normativi esistenti per sconfiggere il caporalato e lo Stato renda pubblici i fascicoli di polizia di 50 anni fa”.

La giornata si è aperta con la tradizionale posa della corona di fiori al cippo in contrada Chiusa di Carlo, il luogo dell’eccidio.

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