L’ insufficienza renale nel cane

Era già stato trattato l’argomento dell’insufficienza renale acuta e cronica ed il trattamento di Emodialisi Veterinaria nei gatti, questo mese vogliamo parlare della stessa problematica nei cani. Non è facile parlare di questi argomenti in maniera semplificata, l’eziologie sono diverse e complesse.

Quando parliamo di Insufficienza renale acuta IRA (in inglese AKI, acute kidney ijury), ci riferiamo ad una condizione in cui si sviluppa un’improvvisa e, di solito, marcata riduzione della velocità di filtrazione glomerulare, (GFR, glomerular filtration rate). In alcuni casi questa condizione è reversibile.

Quando invece parliamo di malattia renale cronica o di insufficienza renale cronica IRC (Cronic Kidney Diseas) ci riferiamo ad una progressiva riduzione delle GFR ovvero della velocità di filtrazione e della funzionalità renale, ma essendo appunto progressiva, l’evoluzione è sufficientemente lenta da consentire l’attivazione di meccanismi di compenso.

Da un punto di vista medico, le due differenze sono sostanziali e possono essere distinte clinicamente anche se non tutti i reperti che andremo ad elencare sono sempre presenti in ogni paziente.

Generalmente possiamo dire che in un paziente con insufficienza renale acuta, l’esordio come è comprensibile è improvviso,le cause possono essere tante,ad esempio: tossine, associazione ipotensione/FANS, ipovolemia, trombosi/infarto, il cane ad esempio può subire un danno renale da tossine come il glicole etilenico (classico prodotto usato come antigelo nelle auto).Diverse malattie infettive possono indurre insufficienza renale, come ad esempio la leptospirosi, la piometra, la leishmaniosi ed ancora l’erlichiosi. Il paziente con danno renale acuto manifesta perdita di peso, disturbi neurologici soprattutto nell’intossicazione da danno di glicole etilenico.Possiamo ancora avere un volume urinario normale o ridotto.Altre malattie, che possono portarci la condizione di insufficienza acuta sono anche infezioni delle vie urinarie soprattutto prossimali, pielonefriti, processi infiammatori come glomerulonefriti oppure fattori di ostruzione delle vie urinarie protratti nel tempo.

Normalmente il paziente dopo un’attenta anamnesi e visita, si procederà con gli esami di routine. L’emocromo completo non dovrà mai mancare, è utile in ogni circostanza, si effettuerà l’esame delle urine (per cistocentesi, minzione spontanea, catetere urinario), questo è molto importante, ci permette infatti di individuare eventuali infezioni urinarie, presenza di cristalli di ossalato di calcio, ancora , andremo ad indentificare l’eventuale proteinuria che è quasi sempre un segno di nefropatia. Gli esami ematochimici, ci permettono di indagare il rene nella sua funzionalità ma possiamo evidenziare anche fattori trombotici o infartuali. Non va omessa (se possibile) la pressione arteriosa (ipo/ipertensione).L’esame ecografico, strumento diagnostico importantissimo al fine di valutare eventuali alterazioni morfologiche renali. Oggi insieme agli esami precedentemente elencati, si affianca un nuovo test, l’SDMA (la dimetilarginina simmetrica che è escreta dai reni)un nuovo biomarker molto attendibile per diagnosticare precocemente l’insufficienza renale, infatti la SDMA aumenta già a partire da una riduzione del 25% della funzionalità renale. Nei cuccioli, questo marker potrebbe aumentare anche in situazioni non patologiche, dunque non risulta ancora attendibile.

Per quanto attiene alla malattia renale cronica, si ha un esordio poco appariscenti rispetto alla fase acuta. Noteremo uremia con una particolare alitosi, ulcere orali, sintomi gastroenterici.Avremo ancora poliuria e polidipsia con calo dell’appettito. In genere quando il cane raggiunge un danno renale tra il 65-75% si manifesta l’iperazotemia.La malattia cronica ha la stessa eziologia dell’acuta anche se in alcuni casi resta assolutamente ignota.Potrebbe manifestare il paziente anche dei sintomi poco specifici soprattutto nelle fasi intermedie della malattia cronica L’incapacità di concentrare le urine e l’accumulo di sostanze normalmente escrete dai reni, quali urea, creatinina e fosfati, spesso in questi casi sono più significativi della proteinuria. Generalmente un paziente con un rapporto proteiunuria/creatinuria >0.4 ha una prognosi più sfavorevole. In questi pazienti si può manifestare ipertensione, motivo per il quale come abbiamo detto precedentemente, necessitiamo della misurazione della pressione arteriosa. Una ridotta funzionalità renale, può portare anche ad una ridotta produzione di eritropoietina e quindi ad una anemia da insufficienza renale, anemia non rigenerativa.

Le terapie sono molteplici, vanno dal controllo della pressione nei casi di ipertensione , con l’utilizzo di ace inibitori, all’utilizzo di integratori insieme ad un cambio dell’alimentazione e ad un aumento dell’assunzione della quota idrica giornaliera. Nei casi acuti, esistono diversi terapie mediche di primo soccorso, che devono essere applicate da chi ha una buono conoscenza dell’apparato renale. Nei casi cronici le terapie possono diventare più importanti ma di facile somministrazione, dai gastroprotettori, ai farmaci chelanti il fosforo, andrà trattata l’anemia, il vomito, l’acido (come detto prima) ed eventualmente la causa sottostante che ha indotto il danno. Per la nostra esperienza clinica, la maggior parte dei cani che abbiamo sottoposto a dialisi extracorporea, era infetta da leishmaniosi, con titolazioni anticorpali elevate e con trattamenti medici non esattamente mirati a sconfiggere la malattia.

Oggi anche in Italia si è arrivati all’emodialisi veterinaria, la Clinica Medvet di Enna in Sicilia effettua questo tipo di trattamento.L’emodialisi è molto importante, soprattutto in quei pazienti che presentano un danno renale acuto, infatti la repentina applicazione della dialisi, può evitare complicanze maggiori. Sul paziente cronico, può sicuramente allungare il periodo di sopravvivenza e migliorarne la qualità della vita. Il trattamento di emodialisi, consiste infatti, in una purificazione del sangue, che viene reimmesso in circolo “pulito” da tutte quelle sostanze,prima menzionate, che il rene non riesce più a rimuovere. Le sostanze che i reni non riescono più a rimuovere, possono portare infatti a danni neurologici irreversibili. Pur essendo una metodica nuova in veterinaria, ha riscontrato parecchi successi terapeutici, ma ovviamente ogni singolo paziente va valutato caso per caso, non tutte i pazienti necessitano della dialisi e non tutti i pazienti possono essere sottoposti ai trattamenti dializzanti.

In un prossimo articolo cercheremo di spiegare più dettagliatamente il processo di emodialisi pur non entrando nelle specifiche tecniche di competenza medica.

Michele Timpanaro, Medico Veterinario,Specialista in Patologia e Clinica degli Animali da Compagnia, Direttore Sanitario della Clinica Medvet

POTREBBE INTERESSARTI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *