Maltratta una Beccaccia pubblicando video social, interviene WWF

Un cacciatore si è ripreso mentre maltrattava una Beccaccia in fin di vita. Il video, pubblicato sui social network, è giunto all’attenzione di WWF Sicilia Centrale, che ha reso noto il proprio dissenso: “Al WWF Sicilia Centrale è stato segnalato nei giorni scorsi un video pubblicato da un cacciatore su un social network per vantarsi della sua crudele impresa: quella in cui continua a far soffrire una Beccaccia in fin di vita, a prendersene gioco, a schernirla ed umiliarla, a ridicolizzarla per farne oggetto di un sadico e sprezzante divertimento”.

L’uomo, un cacciatore nisseno, aveva sparato all’uccello ferendolo, la scarica di pallini di piombo aveva investito il corpo dell’animale evitando però gli organi vitali. La Beccaccia era ancora in vita, ma inabile a scappare. La sua è stata perciò una sofferenza prolungata: “Secondo l’etica venatoria, al selvatico abbattuto a caccia devono essere risparmiate sofferenze inutili – si legge nel comunicato di WWF – e, in casi come questo, va dato il “colpo di grazia”. Ma non sempre ciò avviene…”

L’animale provava a difendersi con un atteggiamento tipico degli animali in quelle condizioni: la tanatosi. Come si evince dal video, dopo essere stata manipolata la Beccaccia si irrigidisce provando a simulare uno stato di morte. E’ in quei momenti che il cacciatore vessa ulteriormente l’animale: “Scimmiottando uno dei numeri di Giucas Casella, fa finta di “ipnotizzare” la Beccaccia e si vanta di tali “poteri”. Con la complicità di un amico che lo filma, ironicamente dice che “a questo punto non c’è manco più bisogno di andare a caccia con i fucili” e poi sbotta a ridere, lasciando l’animale agonizzante disteso sul cofano di un’automobile”.

“Inaccettabile esempio di arroganza e prepotenza dell’uomo sugli altri esseri viventi – sostiene il WWF Sicilia Centrale, che ha pubblicato il filmato sui propri canali social- speriamo che il cacciatore protagonista rifletta su ciò che ha fatto, chieda scusa alla Natura e appenda la doppietta al chiodo”.

Sofia D’Arrigo

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