Gangi, acqua non potabile: le misure del sindaco Migliazzo

Secondo un’ordinanza del sindaco di Gangi, Francesco Migliazzo, l’acqua di Gangi non può essere utilizzata per fini alimentari dallo scorso 7 dicembre.

Ciò dovuto da quanto emerso dai rilevamenti dei parametri microbiologici, risultati non conformi. In una lettera destinata a tutti i cittadini, Migliazzo spiega che “le successive analisi pervenute il 20/12/2018 e le ulteriori del 09/01/2019 hanno rilevato valori microbiologici nella norma ma una concentrazione di alluminio maggiore ai 200 microgrammi per litro (rispettivamente di 367 microgrammillt e 483 microgrammi/lt), così come determinato nelle tabelle del Ministero della Salute, che non hanno consentito la revoca della predetta ordinaria”.

“Il fenomeno non è indice di inquinamento delle acque – precisa il primo cittadino – ma è causato da un evento naturale, dovuto alla morfologia della roccia e dei terreni dove insistono le sorgenti, che si rileva da sempre nel periodo invernale, quest’anno aggravato dalle copiose piogge e nevicate degli ultimi mesi. L’amministrazione Comunale ogni anno affida, così come previsto dalla legge, ad una società certificata, il servizio in autocontrollo di campionamento e analisi delle acque che costantemente controlla la qualità e la potabilità dell’acqua erogata ai cittadini; ad essi si aggiungono i controlli periodici dell’ASP, a seguito di uno dei quali è stato rilevato il superamento del parametro sopracitato”.

Nell’immediato sono state prese misure per la risoluzione del problema: la richiesta di attivazione a Sicilia Acque della fomitura dall’acquedotto Ancipa innanzitutto. La società ha risposto tuttavia che non avrebbe potuto effettuare la fornitura al serbatoio comunale, per ragioni tecniche, prima di trenta giorni; quindi si è chiesto alla società affidataria del servizio di autocontrollo delle acque di effettuare campionamenti su ogni singola sorgente interessata al fenomeno al fine di individuare eventuali sorgenti con maggiore concentrazione di alluminio che potrebbero essere disattivate.

Infine, è in corso, dopo indagine effettuata, l’affidamento di un incarico a un professionista esperto per individuare possibili soluzioni e costi; se individuate le soluzioni tecniche, l’Amministrazione Comunale si impegna a finanziarne la realizzazione già con il prossimo bilancio.

A seguito di interlocuzione con il Ministero della Salute sono stati formalizzati una serie di quesiti, di cui si attendono le risposte, allo scopo di ottenere un’ eventuale deroga, atteso che il Parere n. 19 del 3 maggio 2017,- Esposizione del consumatore all’alluminio derivanti dal contatto alimentare, del Ministero della Salute, recita testualmente: “Sulla base degli effetti neurotossici EFSA ha definito una dose settimanale tollerabile OWD pari a un mg/kg p.c./settimana, corrispondente a 20 e 70 mg di alluminio/settimana, rispettivamente, per un bambino di 20 kg u per un adulto di 70 kg”, dunque indicando una quantità di alluminio tollerabile decisamente superiore a quella contenuta nel quantitativo di acqua destinata ad uso alimentare, in considerazione altresì, “che l’acqua potabile rappresenta una fonte d’esposizione secondaria” rispetto a molti altri elementi che contengono alluminio (es. carta alluminio, pentole, vaschette monouso, lattine per bibite, caffettiere etc.).

Sarà premura dell’Amministrazione Comunale tenere costantemente informati i cittadini.

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