Tre provvedimenti antimafia inchiodano ditte ed estorsori

Tre provvedimenti interdittivi antimafia sono scattati quest’oggi per mano del Prefetto di Palermo. Molteplici elementi e circostanze hanno verificato il pericolo di infiltrazione mafiosa nelle ditte Nautica Barcarello Società Cooperativa, Frutti di mare Cardillo di Bosco Maria Chiara e Ceramiche Gitochi di Salvatore Cacocciola & C. s.a.s. Anche un fermo emesso ai danni di P.G. dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo-  Direzione Distrettuale Antimafia, denominato  CUPOLA 2.0 bis, concernente l’arresto in data 22.01.2019 di cinque soggetti ritenuti appartenenti all’organizzazione mafiosa “cosa nostra”.

Cosa nostra da anni faceva regolarmente uso del cantiere nautico Barcarello a Sferracavallo per incontri tra mafiosi, in quanto la struttura è isolata e comoda per nascondersi. A favorire questo modus agendi anche le misure di difesa passive che lo stesso cantiere che gestisce la struttura approntava. Non solo, il cantiere era in uso a Calogero Lo Piccolo, ritenuto capo del mandamento di Resuttana-San Lorenzo, che qui aveva organizzato un incontro anche nel mese di maggio 2017, benché ancora detenuto, ma occasionalmente a Palermo in permesso premio per la nascita del figlio primogenito. Lo stesso cantiere anche recentemente veniva utilizzato per incontri tra lo stesso Lo Piccolo ed altri importanti esponenti mafiosi, tra i quali Settimo Mineo, capo del mandamento di Pagliarelli, già condannato per mafia nel maxi processo istruito dal Dr. Giovanni Falcone e poi ancora arrestato nell’operazione “Gotha” e condannato per associazione mafiosa, ritornato in libertà nel 2013, nuovamente tratto in arresto con l’operazione “Cupola 2.0” del 4 dicembre 2018, e Leandro Greco, detto “Michele”, nipote diretto del capomafia Greco Michele, detto “il Papa”, per avere diretto il mandamento mafioso di Ciaculli, tutti individuati come capi mandamento,  della commissione provinciale di Palermo di “cosa nostra”. Altro elemento comprovante per gli inquirente è la vicinanza dell’effettivo gestore a diversi soggetti condannati per mafia, oltre che il coinvolgimento di Corrao “Giovannino”, identificato quale effettivo gestore del rimessaggio, in un’attività di veicolazione di messaggi funzionali agli incontri tra i predetti affiliati.

 

Quanto alla ditta Frutti di mare Cardillo, con sede a Palermo in via Tommaso Natale si è appurato che è stata costituita due mesi dopo la precedente scarcerazione di Giuseppe Serio, nuovamente arrestato con il fermo di P.G. denominato Cupola 2.0 bis in quanto indagato, tra l’altro,  per avere fatto parte della famiglia mafiosa di Tommaso Natale, in evidenziati rapporti con Calogero Lo Piccolo. L’attività in questione risultava nella piena disponibilità dello stesso Serio che, nella propria zona di influenza,  imponeva ai ristoratori delle località Sferracavallo e Mondello la fornitura dei propri prodotti ittici, operando in quel territorio in regime di monopolio ed estromettendo con modalità tipicamente mafiose altri rivenditori. Da un’intercettazione risulta anche la fornitura di “cozze morte”, cioè con la data di consumazione scaduta.

Provvedimento anche per Ceramiche Gitochi di Salvatore Cacocciola il cui padre Carmelo è stato arrestato perché “soggetto intraneo al consesso criminale di stampo mafioso operante sul territorio di Capaci ed Isola delle Femmine”, oltre che direttamente “sponsorizzato” dai Lo PiccoloE’  indagato per il delitto di cui all’art.416 bis c.p., tra l’altro, per avere esercitato un capillare controllo del territorio a Capaci ed Isola delle Femmine al fine di attingere le informazioni preliminari necessarie per consentire a Erasmo Lo Bello e agli altri sodali di inoltrare le pretese estorsive con particolare riferimento ai lavori edili e di movimento terra, come ad esempio nel caso dell’estorsione in danno dell’imprenditore; avere messo a disposizione degli esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Carini, i locali della “Ceramiche per l’edilizia” siti in Carini, quali Pipitone Angelo Antonino, Pipitone Vincenzo, Pipitone Antonino cl.69, Pulizzi Gaspare, consentendo loro riunioni riservate, alle quali tra l’altro partecipava personalmente, al fine di dirimere questioni attinenti le attività illecite operate sul territorio di Carini e la relativa spartizione dei profitti.”.

Nel provvedimento di fermo è scritto che Cacocciola Carmelopresta la sua attività lavorativa presso il negozio di rivendita di ceramiche intestato a suo figlio Salvatore, ma di fatto a lui direttamente riconducibile e impone la fornitura dei materiali”. Dalle recenti intercettazioni telefoniche su utenze  intestate alla predetta società, formalmente nella titolarità del figlio Salvatore, risulta che il Cacocciola sr. si recava  “ presso il cantiere di… per assumere informazioni sull’impresa che stava realizzando i lavori di costruzione della palazzina e proporsi come fornitore del materiale necessario per la realizzazione del fabbricato. Lo stesso che poi ha riferito le informazioni a Erasmo Lo Bello il quale si era recato dal costruttore… per effettuare la richiesta estorsiva”.

Come è scritto nel provvedimento di fermo,  Lo Bello Erasmo, detto “Orazio”, già condannato per il delitto di cui all’articolo 416 bis c.p. e reggente già negli anni ‘90 della famiglia mafiosa di Carini, è soggetto “con ruolo direttivo e di indirizzo, in seno alla famiglia mafiosa che opera sul territorio di Capaci ed Isola delle Femmine” ed ha intrattenuto relazioni con diversi esponenti di rilevo del mandamento mafioso di Tommaso Natale, quali Serio Nunzio e Lo Piccolo Calogero”.

 

 

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