Sanremo, se il pubblico fischia chi vince

Motta e Nada hanno vinto il premio miglior duetto nella serata dei duetti. A decretarli vincenti la giuria d’onore del Festival, una commissione presieduta da Mauro Pagani e composta da Elena Sofia Ricci, Claudia Pandolfi, Joe Bastianich, Serena Dandini, Ferzan Ozpetek, Camila Raznovich e Beppe Severgnini.

Quella del venerdì sera della edizione numero 69 di Sanremo è stata una gara a parte con un’assegnazione a parte, utile a introdurre proprio il gruppo di otto personalità dello spettacolo che nella serata della finale avranno un ruolo significativo rispetto al voto di gara. Prendono il posto della giuria demoscopica (attiva nelle prime tre serate all’Ariston), e il loro giudizio varrà per il 20%.

Al momento della proclamazione Motta (al secolo Francesco Motta, classe 1986, cantautore e polistrumentista italiano) è stato fischiato in sala. Conosciuto e amato dagli amanti del genere indie rock e pop rock, l’artista ha portato in gara a Sanremo un pezzo dal titolo “Dov’è l’Italia?”. Una canzone sociale, non di denuncia, con un chiaro riferimento alla questione migranti ma soprattutto un grido di consapevolezza verso la disillusione che pare aver preso il comando tra i più.

Se il crescente fervore per la gara giustifica il dispiacere di non aver visto trionfare già nella serata dei duetti qualche altro beniamino del popolo sanremese, lo spettacolo andato in scena mentre Motta – apparentemente noncurante – abbracciava Nada per la felicità, rientra a pieno titolo fra i momenti più imbarazzanti della televisione italiana. Ingiusto e scorretto, troppo.

Ma all’italiano medio non piace, non è mai piaciuto, osservare il riflesso delle proprie criticità, men che meno rendere omaggio a un inno di sofferenza sociale, di una parte che stenta a riconoscersi in un tutto e che in mancanza di alternative, si sente solo persa. Così, “per ogni vita immaginata, c’è la mia vita che sfuma”.

Sofia D’Arrigo

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