Ancora indagini in Sicilia sul voto di scambio, la lunga ombra dello scudo crociato

Democristiani e socialisti restano il male del secolo

Non sconvolge e non fa notizia la proroga delle indagini per voto di scambio che ha coinvolto quasi tutto il centrodestra del panorama siciliano, partendo dalle regionali 2017 fino alle comunali di Termini Imerese.

Un fil rouge passa quasi inosservato. Dalle campagne alle città, da Montecitorio all’ultimo consiglio comunale di un comune sparso, la matrice è quasi sempre la stessa. Politici, nati e cresciuti tra le fila di quei due partiti o in una delle loro tante evoluzioni.
Se dovessimo individuare il “colpevole” della nascita e della recrudescenza del populismo e del sovranismo, non risaliremmo che a loro.
Chi ha fornito l’alibi a Beppe Grillo, dagli anni ’80 ai meno lontani vaffaday per creare e cavalcare l’antipolitica? Di certo non lo hanno fatto i radicali, di certo non gli identitari né tantomeno i comunisti, quelli veri.

Troveresti sempre uno scudo crociato e un garofano. Rivenduto ora come Forza Italia, ora come PD- PDL, autonomisti e chi più ne ha più ne metta, se cerchi da dove puzza il pesce, la testa è sempre quella. Per chi ci è nato in quel mondo, e non conosce che quel modo di fare politica: ammiccamenti, promesse, – più o meno fondate e più o meno dimostrabili – è naturale. Non conosce che quello. Alla fine le masse – nel loro assunto – senza nulla in cambio non le sposti.

Quella politica era fatta di una scarpa prima del voto e l’altra subito dopo, 100mila lire tagliate in due e così via…
I ministeri che contano – quelli dove girano i soldi veri – sempre loro appannaggio, qualunque sia la coalizione, qualunque sforzo o sacrificio richieda.

A far più schifo – si è l’unico termine che ben si attaglia – è la nuova classe politica, quella che giura di non averci nulla a che fare e vanta una fedina penale immacolata e una moralità specchiata. Se è così, e sicuramente sarà così, perché avete scelto di militare e di creare la vostra carriera politica in partiti ricicloni dei politici più chiacchierati? Perché – è questa l’accusa – fate politica come loro? Se tutto ciò vi indigna e ne prendete le distanze, non dovreste trovarvi lì. Dovreste essere altrove, e se non c’era di meglio, nessuno vi avrebbe costretto a candidarvi. Ma si sa, in certi ambienti, se ti comporti bene un seggio sanno sempre come assicurartelo.
In, altri – al netto delle loro idiosincrasie – no (leggasi m5s).

E per carità, non parliamo di ragioni ideologiche, perché se fai politica per degli ideali quei contenitori sono i meno adatti. Chi si rispecchia nell’ideale della “moderazione”, che cazzo vuol dire poi moderazione? Tranne un qualcosa di talmente astratto e generico che si può sempre reinterpretare alla bisogna. Che all’atto pratico spesso diventa: “Non prendo posizione fino all’ultimo e mi metto con chi più mi conviene”. Se hai ideali identitari militerai con la fiamma, con casapound o FDI, se hai ideali di uguaglianza e parità di diritti andrai a sinistra, ma in fondo, non a metà strada. Se credi nello stato minimo andrai col Tea Party, coi Radicali ecc.. Ma lì, in quei due partiti e nelle loro evoluzioni, ideali, non ce ne sono.

Un discorso a parte meriterebbero le elezioni comunali, che come sappiamo sono figlie di liste ed apparentamenti anche dell’ultimo minuto. E’ la legge elettorale, il candidato a sindaco può farci poco o nulla.
Adesso, più o meno, tutti gli indagati, almeno quelli più di spicco hanno rilasciato le loro dichiarazioni (fotocopia) – probabilmente gliela diano in sede o gliel’avranno insegnata nelle scuole di politica che un tempo quei partiti – e questa era cosa buona – facevano.
“Estranei ai fatti, piena fiducia nella magistratura… l’ho appreso dai giornali, dai tg ecc ecc”. Parafrasi di io non c’ero e se c’ero dormivo. Ma non preoccupiamoci, tanto, moriremo tutti democristiani!

Quanto alle odierne dichiarazioni, l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente Toto Cordaro ha detto: “Sono sereno, attendo fiducioso nella giustizia l’evolversi della situazione”. Il sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta invece, sostiene di non aver ricevuto alcuna comunicazione e di aver appreso dalla stampa la proroga delle indagini.

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