E’ stato freddato con sei colpi al petto di fronte casa sua, Francesco Frank Calì, ritenuto il capo della famiglia Gambino e soprattutto il mediatore tra cosa nostra statunitense e siciliana.
Calì aveva 53 anni, abitava a Todt Hill, Staten Island, burough di New York ad alta concentrazione mafiosa.
Erano le 9,20 (ora locale) quando da un furgone i suoi assassini hanno fatto fuoco proprio di fronte casa sua.
Sia le autorità statunitensi che quelle italiane lo consideravano un membro attivo di cosa nostra e soprattutto ambasciatore a New York delle famiglie di Palermo.
Frank aveva entrambi i genitori palermitani e fin da piccolo è stato coinvolto nella mafia di New York.
Rilevati di recente contatti con diversi esponenti delle famiglie mafiose siciliane e in particolare del palermitano: Giovanni Nicchi della famiglia Pagliarelli, Nicola Notaro e Nicola Mandalà della famiglia di Villabate e Vincenzo Brusca della famiglia di Torretta.
Calì aveva preso il controllo della famiglia Gambino nel 2015, succedendo a Domenico Cefalù. E adesso risulta il primo boss della mafia newyorkese ad esser stato assassinato negli ultimi dieci anni, e quello di maggior profilo dal 1985, quando John Gotti, diede l’ordine di uccidere Paul Castellano per poi prendere il suo posto all’interno dell’organizzazione.