Dietro le quinte del successo, ecco come la Cephaledium ha spiccato il…Volo

Si vince e si perde in 11, recita un classico aforisma del mondo del pallone. Altre volte, invece, è la giocata di un singolo a rimanere impressa nella mente, che sia per un gol, un assist, una parata. Altrettanto spesso si evidenziano meriti e demeriti dell’allenatore, per aver azzeccato il cambio decisivo, o per aver lasciato in panchina il beniamino del pubblico. E lo stesso succede alla dirigenza, che può aver fatto un mercato roboante ma infruttuoso, o è riuscita a raggiungere l’accordo col giocatore più forte della categoria. Però non basta, non può bastare. Dietro le quinte di ogni squadra che ci rispetti c’è chi studia affinché la squadra abbia benzina a sufficienza per poter correre per tutto l’arco della stagione, chi fatica per consentire a chi è meno dotato tecnicamente, di recuperare il gap con una condizione fisica migliore. Di spiccare il volo. Nomen omen, ma non sarà sicuramente stato per questa ragione che il presidentissimo Giuseppe Barranco, abbia affidato il ruolo di preparatore atletico a Nino Volo. Classe 1982, Volo ha iniziato a mettere le ali ai ragazzi del Futura Brolo nella stagione 2015/2016, quando affiancando Mirko Silvestri, ha raggiunto terzo posto e playoff in Prima Categoria. L’anno successivo, la chiamata al Rocca di Caprileone, con mister Francesco Palmieri e l’obbiettivo salvezza raggiunto. E poi, nel 2017/2018, il salto di categoria, in Promozione, con  la Polisportiva Acquedolci di mister Carmelo Emanuele, e, nello stesso periodo, l’esperienza con gli allievi regionali della New Eagles al fianco di mister Massimo Bontempo. Prima della consacrazione, nella stagione ancora in corso, con la Cephaledium, riportata nel campionato di Eccellenza dopo ben 14 anni. Da tutti gli allenatori con cui ho collaborato, ho cercato di imparare qualcosa -afferma Nino Volo- cercando di capire il loro modo di fare calcio per poter soddisfare le loro esigenze tattiche. Spesso, quando si parla di preparazione fisica, si cerca di scindere le fasi della seduta in atletiche e tecnico-tattiche, ma io non sono propenso a lavorare in questo modo“. Volo continua, spiegando la sua strategia di lavoro: “A mio avviso, il carico di lavoro allenante è dato dalla somma delle esercitazioni svolte durante tutta la seduta, e di conseguenza non faccio distinzione tra le due fasi, ma le vedo l’una imprescindibile dall’altra, così da arricchire l’atleta in gesti tecnici, coordinativi e di tattica individuale e di squadra, senza tralasciare i miglioramenti sulle capacità condizionali (forza, velocità e resistenza)“. L’importanza del ruolo del preparatore atletico si evince pure dagli apprezzamenti che Nino Volo, nella sua bacheca Facebook, ha ricevuto da parte di quasi tutti i suoi calciatori, molti dei quali con sul groppone anni e anni di esperienza anche in categorie più alte. “Sono molto ambizioso, cerco sempre di fare meglio e di migliorarmi di giorno in giorno. Qualsiasi vetta raggiunta con le proprie forze è un traguardo importante“. E c’è da scommettere che il “Volo” è appena in fase di decollo.

 

Angelo Giordano

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