Cefalù a due facce, dalla balneabilità alla differenziata: spicchio di eden o cittadina allo sbando?

E’ ormai notorio che a Cefalù ci sia una cabina di regia col chiaro intento di “nascondere la polvere sotto il tappeto” (cit.), forte dei suoi Pasdaran che mentirebbero anche di fronte a Dio pur di non contraddire chi ha deciso di venderne un’immagine da cartolina anche al costo di piegare la realtà.
Così accade che, una cittadina trasformata, da ordinanze affrettate, in discarica a cielo aperto venga descritta come pulitissima e con altissimi livelli di raccolta differenziata. A darne conferma, oltre l’amministrazione, la pagina di “Sicilia Munnizza free”.
Probabilmente sono passati di sfuggita oppure hanno avuto semplicemente fortuna, loro parlano di operatori cortesi – e su questo nulla quaestio – di una città pulita nel centro abitato e nelle contrade, noi cittadini invece ogni giorno,  purtroppo, vediamo ben altro.
Partiamo dagli operatori, costretti a fare compiti e mansioni che non gli spettano e in condizioni davvero provanti che rasentano la riduzione in schiavitù (ore a vigilare il corretto conferimento dei rifiuti sotto al sole o sotto la pioggia e senza i servizi essenziali quali WC e acqua).

Punti di raccolta che assumono le caratteristiche di discariche improvvisate sparse (male) per tutta la città; cittadini costretti a spostarsi anche di chilometri per conferire in tempo creando notevoli disagi alla viabilità già disastrata.E soprattutto con le afose temperature agostane, i miasmi dei rifiuti si fanno sempre più insopportabili.
Sfalci d’erba e di potatura abbandonati per settimane sui marciapiedi e sul ciglio della strada fanno compagnia ai tanti sacchetti di spazzatura che vengono abbandonati un po’ dappertutto.
Va aggiunto che ‘munnizzafree’ è costola di Legambiente, la stessa che a seguito delle analisi ha dichiarato come non balneabile un tratto di costa cefaludese. Ma in questo caso, il giudizio poco lusinghiero non è stato gradito – andava meglio quando davano la Bandiera Blu – e si è preferito commissionare le analisi ad una ditta privata, che parrebbe aver dimostrato che le acque di cefalù sono pulitissime.
Delle due l’una: o sono sempre inattendibili – quindi la città è sporca e il mare è pulito – o sempre attendibili. Decidetevi.
Dell’esito di queste analisi ne ha dato annuncio la pagina ufficiale del comune di Cefalù – che non si capisce bene da chi sia amministrata – ‘linkando‘ anche il sito del ministero della salute dove si poteva avere contezza sulla salubrità delle acque marine cefaludesi.
In prima battuta va segnalato che l’ultimo campionamento operato dall’ASP, riporta la data dell’undici luglio u.s. – quindi non andrebbe definito come ‘monitoraggio costante‘ e che solo nello scorso maggio aveva rilevato una preoccupante presenza di Enterococchi ed Escherichiacoli. Ma adesso la Greengea (?) ha dichiarato che va tutto bene ed è tutto pulito.

Un paragrafo a parte lo merita il decoro, che pare abbia lasciato ormai da un pezzo il comune normanno, con buona pace delle ordinanze che vietano la circolazione in costume, infatti tutto il centro abitato è giornalmente invasa da “raffinati gentiluomini e gentil donzelle” in costume da bagno. A nulla valgono le ripetute segnalazioni – con tanto di foto annesse – per porre un argine a tale villanìa.

In ultimo le ordinanze last minute “antifalò” “anticafoni” ecc ecc.. fatte proprio a ridosso della notte più critica dell’anno per una cittadina balneare e – sembrerebbe – senza la corretta concertazione con le FF.OO.
Infatti negli ultimi anni si è assistito ad un graduale, ma costante, abbrutimento della spiaggia – soprattutto nella notte di ferragosto – trasformata in porto franco per chiunque volesse bivaccare, accendere fuochi e fare una bel ferragosto “tamarro” proprio dentro la spiaggia cittadina.
A quanto pare la voce di una certa politica laissez faire in ordine al comportamento da tenere in spiaggia deve essere arrivata un pò a chiunque, tant’è che già da giugno amabili villeggianti bivaccano sull’arenile cefaludese, trasformandolo in una latrina.
Tutto questo però non va detto, anzi, non si può dire perché pregiudicherebbe il buon nome di Cefalù e lederebbe la sua immagine.
I fatti, le azioni e le omissioni ledono ed hanno leso l’immagine di Cefalù, non riportare dati di realtà.
Eppure c’è ancora chi pensa che la democrazia si è giusta, ma fino a un certo punto, e in una calda domenica agostana ha fatto piazza pulita – a mezzo social – di tutti i dissidenti.

W il Re!

Davide Bellavia

(foto http://www.qualecefalu.it/)

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