Ai giovani che se ne vanno un murales che è “un pugno allo stomaco”

“Dalle foto in bianco e nero anni ’50 dalle quali si capivano i sentimenti e le emozioni che i migranti del mezzogiorno provavano ad oggi non è cambiato un granché.
Da qui, dalla mia città, dal Sud Italia la gente continua ad andarsene sperando di tornare quando le cose saranno migliorate.
Ogni bus, treno, auto o aereo preso per le mie innumerevoli partenze mi hanno spinto a cercare una risposta al solito quesito del ritorno”.

A scrivere è Daniele Geniale, street artist di Andria (Puglia) che riduce ad arte una piaga della società contemporanea: la migrazione di centinaia di giovani che passano alla condizione di fuori sede per motivi di studio o lavoro. Anche Daniele è andato via dalla sua città, ma è tornato a raccontare il fenomeno in modo singolare: il suo murales è stato realizzato proprio presso la stazione degli autobus di Andria, dove ogni giorno sono decine i ragazzi che – valigia alla mano – salgono a bordo di un bus e raggiungono ogni altra destinazione che proveranno a chiamare casa.

“Cambiano le pose – continua Geniale – i generi, l’abbigliamento e i linguaggi ma la realtà ci riporta alla solita sostanza. Da qui la gente va via senza sapere cosa ne sarà del proprio futuro. Questo muro è un pugno nello stomaco per tutta la comunità. A partire dai genitori, fino al gruppo degli amici. Spero possa essere un motivo di riflessione per tutti.

L’opera è stata realizzata in due giorni grazie a un finanziamento della Regione Puglia che ha promosso il bando regionale “Open call – Street art”, ma anche al Comune di Andria che ha candidato il progetto scritto con #andrigroundfamilyAgostino Ciciriello e Andrea Colasuonno ed ARCA Puglia Centrale, che ha concesso la superficie su cui è stata realizzata l’opera.

Un ragazzo generico attende l’ora del suo mezzo poggiato sulla valigia, un jeans, una felpa e la propria vita dentro un bagaglio. Non ha un volto, perché non ha un genere, ha spiegato l’autore: quello delle migrazioni dal Sud è un fenomeno, il murales racconta solo che la gente migra. Accanto, l’interrogativo aperto: “Ritornerai?”, posto a chiunque abbia voglia di occuparsi di una tale perdita.

Sofia D’Arrigo

 

 

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