A Cefalù solo silenzi sul Piano regolatore

Riceviamo e pubblichiamo :

Voci non ufficiali danno per vicino il tempo in cui si riprenderà a parlare della Variante al Piano Regolatore Generale di Cefalù.

Lasciamo le polemiche, per altro sarebbero del tutto giustificate, sul grave ritardo, e proviamo a demistificare la natura questo Progetto per la Società o se si vuole per la Comunità.

Ovviamente questa demistificazione è diretta innanzi tutto agli Amministratori, e poi a tutte le parti costitutive della Comunità stessa.

Io insisterei col definire il PRG come il Progetto per eccellenza per la Comunità, che non è per niente difficile da capire per gli obiettivi che si pone. Ovviamente non parlo della complessità, che viene tratta con concetti adeguati al carattere, appunto, complesso della realtà. Ma non dimeno ritengo che tutti possiamo capirlo, se solo se ci muniamo di buona volontà.

Una delle positive conseguenze dell’impegno a capire, almeno nei suoi aspetti fondamentali, questo Progetto, e che si comprendono subito i vantaggi di una vita urbana organizzata razionalmente.

Proviamo quindi ad affrontare la comprensione di questo Progetto, cercando di indagarlo con queste due domande: cos’è giusto e cosa non lo è; cosa è bene e cosa è male, in ciò che ci viene proposto.

Già mi apparirebbe un risultato di rilievo, se tutte le categorie imprenditoriali si preoccupassero di esprimere il proprio punto di vista, e quindi: Albergatori, Commercianti, Artigiani, Avvocati, Ingegneri, Geometri, Architetti,Geologi, Istituti scolastici, Ospedale, Curia, sulla scorta della Dottrina Sociale della Chiesa, Gestori di servizi urbani di ogni genere, e Intellettuali, dedicassero un po’ del loro tempo a capire questo Progetto dialogando con la Pubblica Amministrazione.

Certo non immagino che tutti debbano trasformarsi in tecnici, ma ritengo che se si riuscisse nell’intento di raccogliere in un apposito volume tutti i contributi, non importa se pertinenti perfettamente, quel volume sarebbe il vero successo del processo di formazione del PRG.

I contributi, le riflessioni, di qualsiasi natura, che rispondessero a quelle due fondamentali domande, oso pensare, apparrebbero come la dimostrazione che smentisce coloro che sostengono il carattere indolente di buona parte della popolazione, più incline al lamento e all’autocommiserazione che ad essere positivamente attivi.

Si è, da diverse parti, sostenuto della utilità di un apporto della sociologia, come disciplina descrittiva della struttura di una società, nella redazione di un progetto che organizza lo spazio fisico. A mio modo di vedere questo sforzo partecipativo, a cui, mi rendo conto non siamo allenati, è possibile se alla retorica e al tronfio o presuntuoso,o spocchioso, o superbo, oppure artificioso e artefatto, o convenzionale orgoglio, di abitare a Cefalù, si anteponesse, questa dimostrazione di essere veramente disponibili ad essere cittadini comunicativi, e comprendere che la città e il luogo per incontrare gli altri.

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