Sanremo 2020, quando la realtà supera la fantasia

Nel 2020 Sanremo catalizza l’attenzione di un pubblico immenso e variegato. Nell’era in cui la diretta di Rai 1 è solo il pretesto che ospita il grande evento, per una settimana si resta coinvolti nel fenomeno Festival.

Ben oltre lo schermo della televisione, Sanremo è presente ovunque: dai meme ai tweet, dai notiziari alle conversazioni private. Come dire, non più dentro casa degli italiani, ma certamente dentro le loro teste. Non si spiega altrimenti lo stoicismo dei telespettatori che seguono il programma anche a notte fonda, nell’incredulità di tempi televisivi enormemente dilatati dalle scelte discutibili di Amadeus, fortunato direttore artistico della 70esima edizione.

Ci siamo comunque, e c’eravamo – come risvegliati da un sonno di morte – anche all’1.46, questa notte, quando Bugo, in gara in featuring con Morgan, abbandona il palco per non farvi più ritorno. Stizzito per la posizione in classifica (sempre nelle ultime posizioni quale che sia la giuria che vota)? In dissenso per l’orario a cui è stata destinata la loro esibizione? No. Niente di tutto questo. Bugo e Morgan erano ai ferri corti probabilmente da ore, forse giorni. Avere a che fare con l’ex Bluvertigo – si sa – non deve essere semplice. E, al netto delle capacità attoriali di Morgan, è stato chiaro a tutto il pubblico che non fosse troppo sorpreso quando il collega presunto amico ha lasciato l’Ariston.

Pesanti le accuse di Morgan, che incolperebbe Bugo di essere stato ingrato per chi “lo ha portato sul palco”. Nel pomeriggio si attendono gli ex concorrenti – squalificati per defezione dalla gara – in conferenza stampa per fare luce sull’accaduto. Prima della querelle che intrattiene il pubblico da ore, altri momenti avevano alzato l’hype dello show: la pace tra Ferro e Fiorello dopo l’equivoco provocato dall’hashtag #fiorellostattezitto si suggella con un bacetto a stampo dopo che i due hanno intonato ‘Finalmente tu’ (con cui Fiorello gareggiò a Sanremo nel 1995); l’omaggio a Vincenzo Mollica, presto in pensione, per l’ultima volta inviato Rai per Sanremo e da sempre giornalista di punta per musica e spettacoli; l’esibizione di Achille Lauro.

Il trapper romano si è presentato sul palco dell’Ariston nei panni della Marchesa Casati, musa ispiratrice di Marinetti, eccentrica ed estrosa personalità degli inizi del Novecento. La mecenate fu amante di D’Annunzio ed era suo costume dare scandalo quando passeggiava nuda per Piazza San Marco, a Venezia. Le scelte di Lauro appaiono sopra le righe e spaccano a metà il pubblico: si ama o…non si comprende.

Ma a Sanremo molte cose non sono successe. Per esempio, la “bellissima e brava” Francesca Sofia Novello: scelta per il suo talento, pare sia scomparso come Bugo dietro le quinte. La valletta ha sceso le scale un paio di volte per dire quanto fosse emozionata, poi ci ha costretto ad ascoltarla annunciare un paio di cantanti con striduli impietosi e una lettura degna della terza elementare. Poche ore dopo – a Sanremo 70 si sa, i tempi sono lunghi come messe di Natale – la Novello si esibisce al pianoforte, una performance di cui nessuno francamente sentiva il bisogno.

Assistere a uno show, da sempre, comporta la sospensione dell’incredulità: sappiamo che stiamo assistendo a un copione in svolgimento, che tutto è scritto e previsto. Pretendiamo solo che sia ben fatto. Per questo è intollerabile che la co-conduzione sia stabilita sulla base dei follower su Instagram, mestiere per il quale si può essere capaci, ma è ben lungi dalla portata di un palco. Ma Sanremo è un’impalcatura instabile e imprevedibile, è una scossa di assestamento continua e inevitabile ed è questo il segreto del suo successo: ciò che potrebbe accadere. E più Amadeus pesta merde, più Elettra Lamborghini gareggia con il suo reggaeton, più Fiorello si rivela permaloso, o Nigiotti indispettito dalla scaletta, più la persona travalica (grazie al cielo) il personaggio, maggiore è il rischio adrenalinico che scoppi il vero show.

 

Sofia D’Arrigo

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