Covid19 Cefalù, quarantena non rispettata: adesso è caos contagi

Gli aggiornamenti sulla questione Sant’Ambrogio

  • 30 Aprile Durante il  Consiglio comunale del  il sindaco torna ancora su Sant’Ambrogio: “Sono stati fatti molti tamponi a familiari e altre persone riconducibili alla questione Sant’Ambrogio. Triste vicenda, legata a un allarme scaturito da un articolo giornalistico. Poi di fatto è successo che ci sono stati sospetti tali da ricondurre a un contatto tra chi era in quarantena e qualche ragazzo che lo aveva incontrato in modo, diciamo così più ravvicinato. A Sant’Ambrogio adesso la situazione è rientrata ed abbiamo dato subito la notizia“.
  • 24 Aprile  Il sindaco afferma che è tutto sotto controlloSempre a mezzo facebook, il sindaco informa che la situazione nella comunità ambrosiana sia sotto controllo ma, richiede nuovi tamponi  (6) e non si esclude che ne saranno richiesti altri.
    Probabilmente, dunque, la situazione avrà preoccupato anche il primo cittadino, altrimenti non si spiegherebbe lo spreco di risorse e l’apprensione ingenerata nei ‘pazienti’ che dovranno sottoporvisi, che di fatti non ha ‘destituito da ogni fondamento’ la notizia, come è solito fare in caso di falsità.Intanto, sembrerebbe che, un politico residente nella frazione ambrosiana, stia muovendosi per avere una distribuzione capillare dei tamponi.
  • 24 Aprile

Stamattina (24 Aprile ndr), per primo ha preso posizione il parroco della frazione, Don Pietro Piraino, di cui riportiamo uno stralcio assai significativo:

“Ai tanti di S. Ambrogio che tutto vedono e tutto sanno, ma per evitarsi problemi non si espongono, non denunciano, ma mettono in giro notizie, chiedo di assumersi una volta per tutte la responsabilità civica esponendosi in prima persona, oppure di tacere.
A quanti si auto investono del compito e del ruolo di sceriffi… chiedo di starsene a casa, come tutti gli altri, facendo un atto veramente rivoluzionario: leggere un buon libro (anche di fiabe).
In attesa delle comunicazioni vere, continuiamo ad attenerci, con sacrificio e con rispetto, alle regole e alle leggi, rispettando il servizio degli altri (istituzioni, sanitari, negozianti…)”.

Si rischia un focolaio in una borgata della città

Aumenta di ora in ora il numero dei possibili contagiati e dei soggetti sottoposti ad auto quarantena. Tutti probabilmente riconducibili ad un gruppo di ragazzi rientrati da fuori verso la fine dello scorso mese. Sia i diretti interessati ma soprattutto i familiari conviventi non avrebbero rispettato la quarantena. In altri casi invece, i rientrati avrebbero ricevuto ripetute visite da parenti e amici che sarebbero stati a loro volta infettati.

Quarantena non rispettata e famiglie a spasso

Un’alterata percezione della pericolosità del virus, la speranza di averla sfangata e che quel tampone sarebbe stato solo una formalità nonché i ritardi fra la l’auto denuncia di rientro e l’effettivo esame, potrebbero aver giocato un ruolo cruciale sulla diffusione del virus.
Non si spiega infatti come mai le autorità sanitarie, e più segnatamente l’asp di zona non abbiano ritenuto opportuno procedere tempestivamente al tampone, come previsto dalle normative regionali e nazionali.
Oltre alle passeggiate che avrebbero fatto i parenti dei soggetti in quarantena, parrebbe che, almeno alcuni di essi si siano recati in una sorta di taverna presente in borgata per fare qualche bevuta in compagnia, un modo apparentemente innocuo per passare le lunghe giornate di lockdown.

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