Scuola, il Consiglio superiore dell’istruzione ‘boccia’ l’Azzolina: niente voti ed esami a distanza

Brutte notizie per Lucia Azzolina

La ministra della Pubblica Istruzione, per velocizzare i tempi, aveva tagliato fuori il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione in quanto “il parere è obbligatorio ma non vincolante”. Adesso il consesso composto da 36 membri – dirigenti scolastici, docenti, sindacalisti ed esperti delle istituzioni pubbliche – chiede al ministero l’eliminazione dei voti per l’anno scolastico in corso, e sostituirli con dei giudizi “più utili per interpretare questa stagione scolastica che si è conclusa a metà”. Il consiglio inoltre raccomanda fortemente un esame di maturità realizzato con un rigoroso protocollo di sicurezza nazionale e che sia “stringente, dettagliato e prescrittivo a garanzia di tutto il personale coinvolto”, viceversa meglio un colloquio da remoto, come previsto per l’esame della terza media.

Il parere arriva dopo una riunione fiume di dodici ore

“Tenuto conto che la situazione emergenziale ha penalizzato l’apprendimento degli alunni più piccoli –  affermano dal Cspi   – per i quali l’interazione col corpo docente è elemento determinante nell’apprendimento, si sconsiglia la valutazione espressa in decimi”. Il Cspi caldeggia una valutazione scritta riportata in un apposito documento.

Espressi inoltre timori – da parte del Cspi -sulla legittimità costituzionale circa la sostituzione dell’esame di stato della terza media con dei semplici scrutini del consiglio di classe.
Il Consiglio è intervenuto anche sulla ripresa dell’anno 20/21: “sarà necessario intervenire tempestivamente con provvedimenti normativi che riducano il numero minimo di alunni – fanno sapere dal Cspi – di ogni istituzione scolastica dimensionata e il numero minimo di alunni per classe, di conseguenza, determinino l’aumento degli organici di tutto il personale: docente, dirigente e amministrativo”.
Ancora nessuna data certa sulla ripresa dell’anno a settembre o sui corsi per il recupero delle discipline risultate insufficienti. Senza calendario “è inopportuno dare indicazioni prescrittive alle scuole sull’avvio delle attività didattiche e sulle modalità di recupero degli apprendimenti. Tale previsione – afferma il Cspi – è lesiva delle autonomia delle scuole e delle prerogative del collegio dei docenti.

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