Cefalù e Simona Vicari, un amore mai finito: l’ex senatrice accarezza l’idea di tornare sindaco di Cefalù

L’ex senatrice, in un’intervista rilasciata a Sicilia Sera ha rotto gli indugi dichiarando la sua volontà

Il decennio Vicari nella perla del Tirreno, è ancora vivo nei ricordi di tantissimi cefaludesi. Anni di rilancio della cittadina sotto tanti e diversi profili, in primis quello turistico ma non solo.
Erano gli anni in cui la perla del Tirreno aveva un calendario di eventi di tutto rispetto, la città dal centro ma soprattutto nelle periferie è stata oggetto di un lungo e fruttuoso restyling. Soprattutto i quartieri periferici appunto, sono stati ammodernati e dotati di tutti i servizi necessari.
“Ai tempi della Vicari” la città di Cefalù era il comune della provincia di Palermo col pil pro capite più alto, si è creata molta occupazione, di cui ancora oggi in tanti ne beneficiano.
Altri tempi appunto, senza nulla togliere alle capacità manageriali dell’ex senatrice, va precisato che chi l’ha succeduta ha poi dovuto scontrarsi con una crisi economica senza precedenti.

“Si è perso tanto, Cefalù non è solo dei cefaludesi ma del mondo”

“Negli anni in cui amministravo – ha dichiarato la vicari – Cefalù era il cuore delle Madonie perché si erano aperti gli sportelli unici e con la programmazione del Prusst e dei Pit si erano messi insieme pubblico e privato per finanziare infrastrutture e servizi.
La colpa non è solo della politica, come ha dichiarato l’ex senatrice ma va precisato che negli anni successivi, nelle Madonie, non c’è più stata la stessa coesione che c’era stata prima. Sarà anche, in parte colpa degli amministratori locali – in senso esteso – dei governi o della classe imprenditoriale ma la volontà di fare sistema è un po’ venuta meno, infatti a quei tempi come dichiara l’ex sindaco “Cefalù era la regina del territorio”.  Adesso non più. Sono stati gli anni di Castelbuono e di Gangi, delle Petralie e in generale di tutto il retroterra. Qui in costa il vento è, anzi era cambiato. Non si può infatti – in un’analisi lucida – dimenticare la riapertura del Club Med, che nel frattempo è diventato struttura a 5 tridenti; nel Lapunzina Bis i flussi turistici hanno certamente reso più onore alla “città rifondata da Ruggero”.

Sul club med

“Il nuovo Clubmed potrà fungere da catalizzatore, ma occorre riprogrammare il territorio in un’ottica più avanzata, credo che ci siano anche gli imprenditori che, così come allora, saranno disponibili per programmare”.
Idee chiare dunque anche sul rilancio dell’economia turistica puntando sull’eccellenza e sul patrimonio di know-how diffuso presente a Cefalù e nel comprensorio madonita.

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