Ancora chiuso il centro riabilitazione di Lascari: genitori pronti a un sit-in a Palermo

Il centro di riabilitazione eroga servizi indispensabili per un’utenza particolarmente delicata

Distretto Sanitario 33, centinaia di utenti di tutte le fasce d’età e  affetti da svariati disturbi,  sono ormai  allo sbando da mesi, quando all’inizio della pandemia da covid-19 l’edificio del centro riabilitazione di Lascari, è stato designato dalla citata Asp come centro tamponi.  Come riporta il Gds in un articolo del 3 luglio u.s.,  si tratta di utenti di tutte le fasce d’età e affetti dai più svariati disturbi : dallo spettro autistico  al bisogno di cure  fisioterapiche e fisiatriche  o ancora pazienti che contavano sull’aiuto dei logopedisti  che avrebbero trovato in loco.

Le famiglie coinvolte dall’inspiegabile sospensione non sono rimaste a guardare

Le famiglie  si sono trovate a dover fronteggiare un problema imprevisto anche  in pieno lockdown.  “Tutto questo –  segnala Filippo Napoli , genitore di uno dei fruitori del centro – ha creato confusione ai pazienti che in taluni casi hanno anche fatto passi indietro, soprattutto quelli affetti da disturbi  dello spettro autistico”. Filippo Napoli ha anche scritto all’Assessorato alla Salute, al dirigente dell’Asp e al sindaco del comune capofila  (Cefalù), dopo aver condotto con successo una raccolta firme  col supporto delle altre famiglie che si sono ritrovate nella sua stessa condizione.  “Designare come centro Usca (centro tamponi ndr), un luogo deputato alla cura e al supporto di pazienti così delicati – commenta Napoli – è stata una scelta miope e che non condividiamo affatto, vi erano altri locali idonei da poter utilizzare, senza sospendere trattamenti così importanti e che impattano anche a livello emotivo sui pazienti”.

Un cambio di rotta che partirebbe da lontano

Il cambio di rotta sull’utilizzo e i servizi erogati dalla struttura, si sarebbe già verificato prima della pandemia che ne ha causato la totale chiusura che si trascina fino ad oggi. Napoli infatti afferma che “ già a gennaio sono stati sospesi i servizi riabilitativi (ex art 26), col sopraggiungere della pandemia è scattato il totale blocco delle terapie”. Questa condizione, oltre a creare disagio a pazienti e famiglie, mette queste ultime di fronte a esborsi economici non indifferenti che non tutti possono sostenere. Ogni singola prestazione, infatti, se erogata da una struttura privata, costa mediamente sulle cinquanta euro ed ogni paziente necessita almeno di tre sedute settimanali.

Il sindaco di Lascari prende posizione

Sulla questione è  anche intervenuto il sindaco di Lascari –  Giuseppe Abbate – che ha dichiarato la settimana scorsa: “il centro di riabilitazione eroga prestazioni e cure indispensabili per il territorio, ho già sentito il direttore generale dell’Asp ed entro due settimane i locali torneranno ad essere adibiti al loro scopo. I pazienti e le loro famiglie potranno tornare a contare sui servizi forniti dalla struttura – conclude Abbate – senza lo spauracchio di sospensioni e riduzioni dei servizi, soprattutto quelli ex art. 26”.

I genitori degli utenti pronti ad andare avanti

Filippo Napoli, a seguito dell’articolo sul giornale di sicilia e le dichiarazioni rese dal primo cittadino di Lascari ha infatti annunciato di esser pronto – assieme agli altri genitori – a portare la loro battaglia fino alle più alte istituzioni regionali se, in tempi brevi, alle parole non seguiranno i fatti. Qui la missiva di Napoli indirizzata all’assessorato alla sanita, all’asp 33 e al sindaco di Cefalù e parte delle firme raccolte

POTREBBE INTERESSARTI