Cinghiali, parte la task force del Parco: caccia e gabbie nelle Madonie

Più cacciatori autorizzati e gabbie per la cattura dei cinghiali

Il Parco delle Madonie parte con la sua task force: intrappolati, soltanto a Pollina, sette esemplari in ventiquattr’ore.

Martedì scorso, presso la sede istituzionale del Parco delle Madonie, si è tenuto un tavolo tecnico tra il presidente Angelo Merlino, il direttore  Rosario Lazzaro,, il responsabile tecnico scientifico del piano di gestione dei suidi  Egidio Mallia ed  Alessandro Scelfo, per fare il punto sul piano di gestione della fauna selvatica che imperversa non solo nell’area del parco.
Superata l’attesa per il rinnovo del piano ed il periodo di lockdown, e superato il periodo di blocco amministrativo previsto per i mesi di luglio e agosto, da ieri sono ripartite le operazioni previste per il controllo dei suidi che, purtroppo si rendono responsabili di ingenti danni agli ecosistemi naturali ed alle attività umane.

Gli obiettivi della task force

La task force ha preso atto della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha puntualizzato la possibilità di partecipazione dei cacciatori residenti nei 15 comuni del parco, alle attività di controllo faunistico consentendo di aumentare la platea degli operatori, preventivamente formati, da impiegare nelle necessarie attività di riequilibrio faunistico. E’ stata aggiornata la precedente long list di operatori, già formati in attività formative già predisposte dall’ente negli anni scorsi; emanato nuovo avviso per la selezione di operatori interessati a partecipare alle nuove attività formative organizzate dell’Ente. Il direttivo valuta anche l’organizzazione di un corso formativo per conduttore di cani limiere, indispensabile per la caccia ai grossi ungulati che infestano le montagne delle Madonie. In ultimo, la possibilità di concessione di gabbie e chiusini anche ai privati che ne faranno richiesta. Ed è stata grazie ad una di queste che, in un lasso di tempo brevissimo, ne sono stati catturati ben sette nel territorio di Pollina. Per l’amministrazione del comune madonita guidato da Magda Culotta, il cinghiale è al momento solo un problema per l’agricoltura e per l’incolumità degli abitanti ma, come accade in altre regioni, potrebbe diventare un’opportunità economica per la filiera dell’alimentare ma soprattutto per il turismo enogastronomico.
In Toscana ad esempio, il cinghiale è il re della cucina locale e grazie alle sue saporite carni si fanno ottimi salumi e, soprattutto nel periodo estivo, la campagna toscana è tutto un fiorire di sagre dedicate al celebre ungulato.

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