Pescato a largo di Cefalù un esemplare di pesce foglia

Una battuta di pesca alla lampuga dai risvolti decisamente inattesi

A raccontarlo è Francesco Zito, chef e titolare dell’Osteria Bacchus, ristorante che del connubio tradizione siciliana e innovazione ha fatto la sua cifra stilistica, insieme alla ricercatezza dei prodotti e la cura, quasi ossessiva, per la stagionalità.
A poche miglia dalla costa cefaludese, i pescatori , una volta tirate su le reti, oltre ai caponi – re incontrastati dei nostri mari e delle nostre cucine tanto che da una sua ricetta è poi nata la ‘caponatina’ dove le melanzane hanno sostituito le pregiate carni del pesce pelagico  –  si sono trovati di fronte a qualcosa d’inaspettato e di difficile identificazione. “Dopo ventiquattr’ore di ricerche – afferma il ristoratore ambrosiano Francesco Zito – abbiamo capito di trovarci di fronte a un pesce foglia”. Il pesce in questione è rarissimo nel mar mediterraneo: può trovarsi sia in acque dolci che salate, predilige i climi tropicali e soprattutto, al contrario del capone, vive in acque molto basse. In Sicilia, l’ultimo esemplare è stato pescato a largo di Sant’Agata Militello  nel 2017, mentre nel 2019 un lobote è stato ritrovato da alcuni pescatori di Castellabate, paesino del Cilento noto per esser stato il set del film  ‘Benvenuti al sud’.  Nei luoghi in cui il pesce foglia viene regolarmente pescato, le sue carni sono considerate pregiate: questo ritrovamento nei nostri mari, non può non far pensare a un generale innalzamento delle temperature e una sempre più repentina tropicalizzazione del Mare nostrum.

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