Cefalù, reparto Covid al Giglio: lunedì saranno resi noti i posti letto in terapia intensiva

Non si placano le preoccupazioni del sindaco Rosario Lapunzina

La seconda ondata ha colpito molto più duramente la Sicilia cogliendo tutti più o meno impreparati. La Regione, nella scorsa primavera, aveva già previsto l’utilizzo del nosocomio cefaludese come ‘extrema ratio’ in caso di picco, cosa che, incoraggiati dai numeri che davano inequivocabili segni di miglioramento,  aveva fatto dormire sonni tranquilli a tutti i cefaludesi.  Da alcune settimane ormai i numeri sono in costante crescita e il paragone tra prima e seconda ondata non regge più. Soprattutto al sud, che era stato solo sfiorato dalla prima ondata. Il sistema sanitario regionale già carente è arrivato al collasso in brevissimo tempo e quella che sembrava ad aprile come una sorta di ‘soluzione finale’ adesso assume i connotati di realtà con cui dover fare i conti: al Giglio presto si cureranno anche i pazienti Covid. I numeri degli effettivi posti di terapia intensiva – affermano fonti del nosocomio – saranno resi noti a margine del cdA previsto per lunedi 23, probabilmente dal Dr Albano.

A Palermo anche l’ISMETT è pronto a fare la sua parte

Mentre nel capoluogo siciliano centri d’eccellenza mondiale sono disposti a far la propria parte contro il Coronavirus, nel vicino ospedale di Petralia Sottana, convertito a Covid Hospital, risultano ricoverati non più di venti pazienti in condizioni critiche e quindi non si riescono a riempire i posti di terapia intensiva (100), purtroppo non certo per mancanza di pazienti ma – come assicurano fonti interne – per mancanza di personale. Problema che, a detta del sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina, riguarda anche l’ospedale cefaludese, tant’è che l’HR della fondazione ha attivato la ricerca di infermieri e anestesisti, sullo sfondo resta la cronica mancanza di pediatri che mette a rischio l’esistenza del centro nascite, dove in tantissime circostanze è stato salvifico l’intervento del Prof Giovanni Corsello che Lapunzina “ringrazia pubblicamente”.

Per Lapunzina l’ospedale misto è una follia

Il sindaco della perla del Tirreno afferma con forza la rischiosità dell’operazione, con riguardo a quanto accaduto in tanti altri ospedali misti che si sono trasformati essi stessi in focolai di Coronavirus. Lapunzina va oltre e afferma “quel documento redatto dai sindaci del distretto 33 nella scorsa primavera, in cui si prevedeva l’utilizzo del Giglio in caso di saturazione, non l’ho mai firmato”. Il primo cittadino parla anche di ‘lavori fatti in fretta e furia’ ma dalla fondazione fanno sapere che, quei lavori, erano già stati fatti durante la prima ondata, e osservato il drastico calo della curva, quei posti sarebbero stati riconvertiti per altri usi – ritenuti in quel momento più cogenti – e adesso si starebbe provvedendo a rimettere tutto a punto per “accogliere i pazienti covid, nel caso la Regione ne facesse richiesta”. Questo sarebbe il vero punto: “la decisione non è interna alla fondazione – affermano fonti del Giglio – non dipende da scelte aziendali quanto da indicazioni regionali cui l’ospedale, facendo parte della rete sanitaria dell’isola, non può rifiutarsi”.  Sui rischi di contagio e contaminazione dalla fondazione assicurano che i percorsi per pazienti covid e non covid sono ben distinti e definiti e dunque non vi è ragione per preoccuparsi.

 

 

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