Cefalù, il Consiglio comunale si schiera a tutela di tutti i malati: non c’è solo il Covid

“Tuteliamo malati e dipendenti” ma le opposizioni non ci stanno

L’imminente apertura del reparto covid presso l’ospedale Giglio di Cefalù ha prevedibilmente catalizzato l’energie di tutta la seduta comunale del 25 novembre. Prevista l’audizione del sindaco Rosario Lapunzina e del presidente della fondazione Giglio Giovanni Albano. Il sindaco ha ragguagliato l’assise sulla situazione che starebbe per determinarsi nel nosocomio cefaludese. Il primo cittadino ha affermato con fermezza che è stata la fondazione a proporsi alla regione e non viceversa, ha ancora una volta fatto presente i rischi diretti e indiretti di un ospedale misto e rimarcato l’utilizzo, per i malati di Covid-19, dell’ospedale Madonna dell’Alto, occasione utile fra le altre cose, per il rilancio del nosocomio madonita. Nel dire questo, Lapunzina, ha dimostrato quanto affermava attraverso prove documentali che ha condiviso con i consiglieri di maggioranza e opposizione.
Assente invece il presidente della fondazione Giovanni Albano. Per questa ragione l’opposizione avrebbe preferito rinviare la determinazione del Consiglio comunale al prossimo venerdì, data in cui dovrebbe esser presente Albano per descrivere la situazione dell’ospedale e offrire rassicurazioni circa la sicurezza della struttura.

A metter tutti d’accordo è la salvaguardia della salute e dell’eccellenza sanitaria cefaludese

Per l’opposizione, in particolare i consiglieri Piscitello e Greco, l’escalation della pandemia in Sicilia non permetterebbe più ai cefaludesi di stare a guardare ma sarebbe giusto che tutti facessero la propria parte, sempre nel rispetto della sicurezza di malati e operatori. Una digressione che non è passata inosservata al consigliere Franco che nel suo intervento ha espresso con chiarezza cosa significhi solidarietà e senso di responsabilità in senso lato, e soprattutto ha chiarito qual è il compito della politica: guidare la comunità con raziocinio e senza farsi prendere da sentimentalismi. Per il capogruppo PD, il piano regionale sanitario – che prevede tutta una serie di step al progredire o regredire della curva epidemica – è stato stilato per una ragione ben precisa e da esperti in materia e va pedissequamente seguito senza scatti in avanti o protagonismi che potrebbero mettere a rischio la salute di operatori e pazienti, nonché causare notevoli rallentamenti alla ‘sanità ordinaria’. Un intervento severo ma di rara dirittura morale, al quale hanno fatto eco i consiglieri Nicolò Pizzillo e Daniele Tumminello. Di simile avviso il consigliere Gianluca Cesare, che fra le altre cose ha precisato che non avrebbe avuto senso rinviare la votazione a venerdì sera, se in assenza di una tempestiva presa di posizione il nuovo reparto verrebbe aperto il lunedì mattina.
Augusto Cesare invece ha scelto una posizione diversa rispetto a quella della maggioranza, allineandosi o quasi alle posizioni dell’opposizione che invece si è dimostrata compatta.

Il Consiglio scrive a Razza e Musumeci

La maggioranza, tranne Augusto Cesare e Antoniella Marinaro, nella propria determinazione  rileva che in base a quanto previsto dal piano sanitario regionale, l’ospedale di Cefalù sarebbe dovuto intervenire soltanto in un secondo momento e in convenzione con l’ospedale di Petralia Sottana dove sono stati realizzati i posti di terapia intensiva e il cronoprogramma risulta rispettato, segnala preoccupazione circa la ‘disarticolazione’ della struttura ospedaliera cefaludese per realizzare il nuovo reparto covid che mortifica l’offerta assistenziale specialistica “a garanzia di cure mediche anche di gravi patologie”. Per i consiglieri inoltre rimane preoccupante l’assenza di una netta separazione tra le aree, data la natura della struttura, così come le condotte di areazione centralizzata, e sposano le preoccupazioni manifestate dalle sigle sindacali presenti nel nosocomio cefaludese. Preoccupazioni che, a stretto giro arriveranno nelle scrivanie: del presidente Giovanni Albano, del governatore Nello Musumeci, dell’assessore regionale Ruggero Razza, e del ministro alla Salute Roberto Speranza.

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