Festa Autonomia. Movimenti autonomisti “Fiscalità di vantaggio unico strumento per salvare la Sicilia

Gaetano Armao, Rino Piscitello e Toti Lombardo in rappresentanza dei movimenti autonomisti e sicilianisti “Per la Sicilia, Sicilia Open Gov, Sicilia Nazione” e del Gruppo parlamentare del Partito dei Siciliani, hanno tenuto oggi una Conferenza Stampa presso la sala stampa dell’Ars sul tema: RILANCIARE L’AUTONOMIA A 68 ANNI DALL’APPROVAZIONE DELLO STATUTO.

Nel corso dell’incontro con i giornalisti, è stata innanzitutto ribadita la valenza dello Statuto Siciliano quale “patto di Autonomia” tra l’ordinamento siciliano e l’ordinamento statale, ed è stato ribadito come oggi tale Autonomia si trovi ad un bivio fra ipotesi di cancellazione (previste dalla riforma costituzionale Renzi) ed possibilità di rilancio.

I tre hanno stigmatizzato il fatto che la Festa dell’Autonomia sia passata anche quest’anno sotto silenzio, con l’assoluta mancanza di vere iniziative da parte dell’attuale Governo regionale. “Si tratta – hanno detto – di un approccio riduttivo ed accondiscendente, ancor più grave in un momento di palese attacco che mira a sminuire l’autonomia e l’identità regionale.”

Sul fronte più prettamente amministrativo e legislativo, è stato sottolineato come “il Disegno di legge di revisione costituzionale oggi in discussione al Parlamento punta ad uniformare le regioni speciali a quelle ordinarie ed a svilire le forme differenziate di autonomia ottenute dalla Sicilia con lo Statuto.”

Da ciò scaturisce l’appello “a tutti i parlamentari siciliani affinché sulla fedeltà di partito facciano prevalere la lealtà verso la loro terra e votino gli emendamenti predisposti a tutela della Sicilia. Occorre impedire lo smantellamento dell’autonomia speciale con una forte mobilitazione che coinvolga tutti i siciliani e tutte le forze politiche disponibili, perché difendere lo Statuto e difendere la Sicilia sono la stessa cosa.”

Commentando la recente Ordinanza della Corte Costituzionale  che prospetta l’incostituzionalità del controllo preventivo delle leggi regionali da parte del Commissario dello Stato, i tre hanno affermato che “questo documento rappresenta il coronamento delle battaglie di autonomisti e sicilianisti che da anni rivendicano la necessità di eliminare questa prerogativa del Commissario in considerazione della mancata istituzione dell’Alta Corte e dell’eliminazione del controllo preventivo in tutte le altre regioni.”.

Grande attenzione è stata dedicata ai temi economici e fiscali, sottolineando che “l’autonomia finanziaria siciliana è continuamente mortificata dalle scelte dello Stato, da ultimo con il Decreto Legge sull’IRPEF, che recupera risorse dal bilancio regionale ed impone ulteriori tagli.”

“Iniziative come queste – hanno detto Armao, Piscitello e Lombardo – vanno impugnate come avvenuto in passato quando la Sicilia ha ottenuto importanti risultati dalla Corte costituzionale come nel caso del federalismo fiscale o delle prerogative fiscali, così con la sentenza n. 241/2012 che ha portato centinaia di milioni di euro al bilancio di cui si avvale oggi Crocetta.

Dai tre è arrivato un invito al rilancio del negoziato sul federalismo fiscale, pronto da un anno e mezzo ma del tutto bloccato. “Ancora oggi si continua ad andare a Roma con il cappello in mano, mendicando qualche elemosina, proponiamo che l’Ars voti una mozione che imponga al Governo di concludere la trattativa. Allo stesso tempo occorre predisporre un testo di legge-voto da approvare all’ARS per l’attuazione integrale degli articoli 36 e 37 dello Statuto e che vada al di la del misero risultato ottenuto (neanche 50 milioni di euro e con rinuncia a fondi già destinati alla Sicilia).”

“A fronte della conclamata incapacità dello Stato di ridurre il divario tra il Nord e il Sud del Paese, e dei parametri europei che rendono peraltro impossibile la riduzione di tale divario, occorre rivendicare, come unica soluzione, l’attuazione in tempi brevissimi di forme di fiscalità di vantaggio per l’intero territorio della Sicilia. In assenza di tale scelta da parte dello Stato nazionale non rimarrebbe altra scelta che quella di avviare un percorso di autodeterminazione che consenta al nostro territorio scelte fiscali in grado di ridurre il divario e di avviare un reale sviluppo economico. Si utilizzino a tal fine i fondi europei della nuova programmazione (sulla quale il Governo regionale ancora tace) e quelli del Fondo di sviluppo e coesione (oltre 40 md per il Mezzogiorno) per il periodo 2014-2020, estendendo il regime di vantaggio anche alle aree interne all’interno di un piano regionale di fiscalità compensativa e differenziata.”

Infine una proposta di mobilitazione “social” rivolta  a tutti i siciliani: pubblicare sui social network e nei propri siti la frase “O lo Stato italiano rispetta l’Autonomia e i diritti della Sicilia, o indiciamo un referendum come in Scozia.”

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