Giacalone, candidato alla Regione: per carità

 “La gestione dei fondi riservati regionali non è uno scandalo solo per quel che ancora non si conosce, lo è anche per come li si giustifica. Più d’uno, Francesco Cascio in testa, crede di trovare una via di fuga (dalle responsabilità) sostenendo di avere fatto la carità. Alle richieste di documentazione oppongono: non so se posso dire il nome del bambino malato di cancro, che ho aiutato. Nascondersi dietro un bambino malato è la misura di queste persone. Le quali non sono neanche sfiorate da un dubbio: ma perché la carità da loro amministrata dovrebbe sostituire il legittimo diritto dei bisognosi a curarsi, o a soddisfare esigenze elementari? Chi credono di essere, il re o il reuccio? Siamo in Repubblica, per quanto a loro dispiaccia, con parità di diritti e dignità”, lo afferma, non senza sdegno, Davide Giacalone, di LeAli alla Sicilia.
“Dicono di dare soldi per un banchetto, per un restauro, per una festa popolare, e neanche capiscono, perché culturalmente inadatti e politicamente ottusi, che è proprio questa l’incarnazione del clientelismo: accedere alla sovvenzione per conoscenze e non per diritti. Dovere dire ‘grazie’ anziché sentirsi dire ‘bravi’. Praticare questi metodi con consapevolezza è segno di degenere furbizia, ma farlo senza avvertirne l’anomalia è segno di deficienza”.
“Ora dicono che sono pronti a tagliare – ha concluso Giacalone – scendendo di meno del 10%. Non hanno capito: devono cancellare. Quei fondi vanno cancellati, restituendoli alla disponibilità di chi li finanzia: le persone per bene che pagano le tasse”.

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