Una lotta lunga un anno

Perseveranza, lungimiranza e fortuna  le alleate di Rosario Lapunzina. Il primo Cittadino ha compiuto negli scorsi mesi delle scelte che spesso potevano apparire discutibili ma che adesso portano frutti, lapunzinaforse, addirittura inattesi. Determinante la scelta del Sindaco di mantenere con decisione sempre la stessa linea d’azione e non piegarsi ad un finale già scritto che lo vedeva soccombente, e con esso tutta la città di Cefalù.

Palermo. 13 Dicembre 2012. La Corte dei Conti non approva il Piano di riequilibrio proposto da Lapunzina, bollato come “Frutto di una previsione fin troppo ottimistica” e le previsioni riportate nel bilancio pluriennale appaiono “scarsamente attendibili” .
15 Dicembre 2012 . Seduta Consiliare. Si vota la Deliberazione di ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale (salvacomuni). In sala delle Capriate è bagarre ma la proposta passa all’unanimità.
13 Gennaio 2013. Il Prefetto intima ai consiglieri la dichiarazione di dissesto entro venti giorni di tempo. L’opposizione vuole dichiarare lo stato di dissesto e chiede la convocazione di una seduta straordinaria. sia per dare seguito a “quanto stabilito dalla Sezione di Controllo per la Regione Siciliana della Corte dei Conti con la Deliberazione n° 01/2013/PRSP”, sia, evidentemente, per evitare del tutto l’ipotesi di scioglimento del Consiglio ed aggravare la situazione. Quella seduta non avrà mai luogo e in quella stessa data il Sindaco annuncia la decisione di ricorrere al TAR chiedendo l’annullamento della sentenza della Corte dei Conti.
12 Febbraio 2013. Sala Consiliare. Al termine dell’ennesima seduta infuocata viene approvato – 10 voti favorevoli, 6 contrari ed un astenuto – il Piano di riequilibrio pluriennale da sottoporre alla sottocommissione del Ministero dell’Interno Competente. L’opposizione caldeggia la richiesta, da parte dell’ente, di accesso al Fondo di Rotazione ma al Sindaco questa prospettiva non piace. La considera, in quanto a ripercussioni sulla popolazione, alla stregua del dissesto. E’,  in ogni caso, lo stesso consiglio comunale a votare contro l’adesione al Fondo di Rotazione. Il Cons. Riggio così aveva stigmatizzato la scelta: “Il Sindaco quando si trova a dover scommettere tra il certo e l’incerto, con i soldi dei cittadini, scommette per l’incerto”.

La sfida per salvare il comune dal baratro continua nei mesi e malgrado la bocciatura del Piano di riequilibrio (quello presentato nel mese di dicembre) il comune di Cefalù – avendo ottenuto una sospensione del giudizio tramite il ricorso al TAR – non andrà in dissesto grazie alla mancanza di una norma di recepimento che da parte della Regione, forse, non sarebbe mai arrivata in tempo.
In questo modo diventa è un vero e proprio toccasana la sentenza della Corte Costituzionale depositata venerdì 19 luglio ( la N°219/2013) con la quale la Corte , accoglie il ricorso presentato dalle Regioni a statuto speciale, fra le quali quella Siciliana, dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’art.13 comma 1 secondo periodo del decreto legislativo 149/2011. Tale giudizio pone il comune di Cefalù in una situazione migliore di quanto fosse pronosticabile qualche tempo fa: molti comuni infatti, tra cui spicca quello di Milazzo, seguendo l’iter previsto sono andati incontro al dissesto guidato, quando non commissariati dopo lo scioglimento del consiglio comunale.

Dopo aver appreso la notizia il sindaco ha così commentato: “sia consentito esprimere una soddisfazione nei riguardi dei soliti “mestatori” della politica, che hanno in questi mesi inteso colpevolizzare la mia Amministrazione rea di non si sa bene quale ritardo. Nei confronti di costoro occorrerà predisporre un piano che li conduca al” riequilibrio” del loro approccio con l’Amministrazione e con la verità delle cose”.
A questo punto prosegue l’iter del piano di riequilibrio decennale, cui il Municipio ha chiesto di aderire.

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