Turismo in crisi anche alle Eolie

Gli albergatori delle isole, malgrado gli sforzi, non sono riusciti a riempire le camere delle loro strutture. I pontili inoltre offrono posti barca con una disponibilità mai vista prima. Se è vero il fatto che, quest’estate, un italiano su tre non va in vacanza, alle isole tutto ciò si nota e si avverte. Sembrano d’altri tempi i cartelli ormai sbiaditi e scritti a mano con il “tutto esaurito”.

Lipari
Lipari

Le prime a registrare un calo sono state le compagnie di navigazione, le quali, rispetto allo scorso anno, hanno subito un crollo del 20%. Inoltre, sulla crisi del settore, potrebbe aver influito anche la scelta di Legambiente di non inserire nessuna isola dell’arcipelago fra le 17 spiagge più belle d’Italia.

Attualmente, chi vuole visitare una delle isole dovrà pagare una tassa di sbarco pari ad 1,50 euro per ogni turista. Inoltre l’amministrazione di Lipari, circa 2 anni orsono, aveva deliberato un’imposta per i turisti clienti di alberghi o residence: 2,50 per i tre stelle, fino a un massimo di 3 euro per gli alberghi a quattro o cinque stelle. La tassa aveva però suscitato le polemiche degli stessi albergatori eoliani. Confindustria Turismo ed Alberghi l’anno scorso, in vista dell’estate 2012, aveva scritto una lettera aperta al sindaco di Lipari chiedendo di eliminare la tassa e sostenendo che essa avesse avuto un “effetto recessivo per il turismo”.

Malgrado ciò esistono dei segmenti turistici che reggono presso le isole Eolie: quello dei vulcani (Stromboli) e quello elitario (Panarea).
Il fascino e la bellezza che le isole hanno consente all’arcipelago di richiamare magnati cinesi, ricchi miliardari russi, duchezze, principesse, persino Kate Moss, supermodella e stilista inglese.

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