Cefalù ancora una volta spaccata in due

In queste ultime settimane il dibattito cittadino è stato animato dalla vicenda alla relativa alla costruzione di una casa di riposo per anziani. Già ai tempi dell’amministrazione Guercio, la signora Antonella Scicolone aveva offerto al comune un terreno di circa 4.000 mq, posto in c.da Gallizza ed attualmente risultante come terreno agricolo. La volontà della Scicolone era quella di donare all’Ente comunale il terreno per vedervi edificata una struttura per anziani. Il gesto della figlia del defunto imprenditore cefaludese è stato apprezzato da tanti concittadini che hanno ritenuto l’opera un bene di alto valore sociale e sono rimasti commossi dall’idea di donare agli anziani un luogo in cui riposare serenamente dopo una vita di lavoro. La proposta ha anche raccolto diverse critiche.

Antonella Scicolone
Antonella Scicolone

Le donazioni “Scicolone” infatti,a detta di altri residenti, non sarebbero disinteressate quanto piuttosto dettate dalla volontà di apparire. Ciò, sostengono i critici, sarebbe testimoniato dall’insistenza con la quale Antonella Scicolone richiede l’intitolazione di al padre di una via cittadina o ancora sul comportamento tenuto dalla benefattrice in merito ai 140 buoni spesa donati alla Caritas diocesana e destinati alle famiglie indigenti. In merito a tale vicenda, la Scicolone fu accusata di aver voluto pubblicizzare in maniera indiscreta una situazione ritenuta così delicata. Sulla questione ‘Scicolone’ interviene anche l’ex consigliere provinciale Gaetano Lapunzina con un commento ‘al vetriolo’ inviato ai vari organi d’informazione cittadini.

“La querelle sulla edificazione di una struttura per anziani nel Comune di Cefalù, così come da tempo posta all’attenzione dei Cittadini, altro non è che una gigantesca bolla di sapone. Così comincia il vibrato intervento del Lapunzina teso a dimostrare la difficile concretizzazione di una donazione che potrebbe facilmente trasformarsi per il Comune in un ‘capestro’. Così invece – stigmatizza il Lapunzina – sulla proposta di variazione dello strumento urbanistico: “proprio qui casca l’asino. Perché quella zona, per la conformazione del nostro litorale, si trova interamente entro la profondità di 500 metri dalla battigia, fascia in cui, per effetto dell’art. 15 lettera b della legge regionale 12 giugno 1976 n. 78, “ l’indice di densità edilizia territoriale massima è determinato in 0,75 mc/mq”.

Assai complesso – se non impossibile – si prospetta dunque l’iter burocratico da intraprendere per concretizzare il progetto della Scicolone. Infatti, per la realizzazione della casa di riposo, si necessiterebbe di un apposito Decreto dell’Assessore Regionale per il Territorio, previa deliberazione “motivata” dei due terzi del Consiglio comunale, parere favorevole del CRU e concerto dell’Assessore Regionale ai Beni Culturali. Alla luce delle attuali considerazioni, appaiono più che legittimi i dubbi degli amministratori della città, i quali potrebbero rischiare di indebitare maggiormente il comune di Cefalù a causa di un “regalo” che diversi cefaludesi si sentirebbero di rifiutare.

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